Si, è a te che parlo oggi. Anzi meglio scrivo.
Sei una donna di 40 anni. Sei piacente, ti curi, sei piena di risorse, simpatica, intelligente.
Magari hai anche una carriera avviata. Hai un lavoro che ti piace. Vivi liberamente le tue conoscenze e le tue amicizie. E ad un certo punto ti guardi indietro.
Osservi la tua vita: i tuoi 20 anni, poi man mano i 25 e poi i 30 e poi correndo (una corsa estenuante) verso i 40.
SI, Q U A R A N T A .
E...SI BRAVA ECCO! Non hai un fidanzato, non hai un marito, non hai (forse) nemmeno il barlume di uno straccio di relazione e quel che è peggio, non hai un figlio o una figlia.
PENSI CHE POSSA BASTARE?
No, dai, andiamo avanti.
Sai qual è la cosa che più ti devasta? Si, brava, proprio quello.
Lo sguardo sperduto e commiserevole di genitori e parenti che ad ogni SANTA FESTA, santo Natale, Santa ricorrenza e - diciamolo - SANTA PAZIENZA, ti guardano manco avessi un timbro di "SFIGA PERMANENTE" stampato sulla fronte. Ti osservano come il più raro degli esemplari allo ZOO della VITA dimenticato dall'AMORE (credono loro) perché "SEI BELLA, BRAVA, INTELLIGENTE...Come è che non hai un fidanzato, ancora? Che c'è in te che non va?".
E sai qual è la cosa più triste? Che di fatto può non esserci NULLA (o quasi) che NON VADA, ma tu, si tu proprio tu cominci a farti la domanda fatidica: NON è CHE HANNO RAGIONE LORO e c'è qualcosa che non va in me?
Bene, ora vorresti una soluzione a questo. Ma voglio andare ancora più in profondità invece. Si.
E non perché non voglia darti una mano, ma perché voglio davvero che tu possa renderti conto che SO ESATTAMENTE DOVE SEI.
A latere delle SANTE FESTE dei PARENTI e del loro commiserevole sguardo, c'è anche una aggravante.
Le tue relazioni non sono stabili. Incontri uomini di diverso tipo, ma non sempre ti piacciono.
Quei pochi che si insinuano nella tua vita dal lato del cuore dopo qualche tempo cominciano a nicchiare, a sospendere l'assiduità, a prendere le distanze.
Qualcuno di loro te lo dice dritto nei denti: preferisco rimanere così che stabilizzare la relazione.
E non ci stai, perché tu quella relazione vera e autentica la cerchi, la vuoi.
E finisce lì, il tuo idillio durato anche anni di alternanza. Un'altalena emotiva a comprendersi, capirsi, cercarsi (MA DAI LO CERCHI SEMPRE TU PRIMA), ad attaccarsi all'idea che: LUI è L'ULTIMO PRINCIPE AZZURRO RIMASTO SULLA TERRA PERCHE' CENERENTOLA NON RIMANGA DA SOLA A PIEDI E LA SORELLASTRA DI TURNO SI RIPRENDA LA RIVINCITA RUBANDOTI SCARPETTA E FIDANZATO.
Potrei continuare ma mi fermo qui.
Già così la situazione è incredibilmente folle. Cerchi di trovare in te le forze, le risorse, di raccontarti che un giorno avrai tutto ciò che meriti e desideri, anche se la vocina della zia/nonna/mamma ecc. che ti parla pietosamente insinuando una diversità in te manco fossi una marziana fa capolino.
Ok. Ora dopo esserti riconosciuta in tutto questo voglio dirti poche semplici cose.
1) SI, hai ragione. PRENDI atto che se a 40 anni sei single o piena di relazioni sentimentali a singhiozzo, ubriache e soprattutto inaffidabili, è tua responsabilità. E proprio perchè è tua responsabilità, TU PUOI ANCORA FARE QUALCOSA e questo qualcosa che te lo consente si chiama: presa d'atto della realtà.
PRIMA DI TUTTO: la vuoi davvero una relazione? Una famiglia? O te la fai sotto?
2) SMETTILA DI SENTIRTI PRINCIPESSA. Lo so ti hanno detto che funzionava così, ma non è cosi.
Non funziona più nemmeno per la DISNEY PIXAR che ha lasciato stare i principi azzurri, figurati se può funzionare insitamente per noi. Non funziona nemmeno per PRETTY WOMAN. Perciò falla finita con le favole e comincia a prendere atto che la PRIMA E VERA forma di amore è verso te stessa.
EHILA'! Ferma un momento!
Non sto dicendo di urlare con l'EGO che tu VALI e che al diavolo a chi non ti merita, perchè credimi, al PRIMO UOMO interessato a te, cadrai come una pera cotta e ricomincerà tutto di nuovo.
VOGLIO DIRE che comincia a pensare a te come DONNA. Chiediti proprio che TIPO DI DONNA VUOI ESSERE. Lascia perdere le favole, e ispirati a chi ha scritto una STORIA DIVERSA di se stessa riuscendo concretamente a muoversi nel mondo sentimentale con successo.
Può essere un'amica, una ispiratrice, tua madre. GUARDA BENE E OSSERVA COSA FANNO. Per trovare un UOMO (è quello che vuoi giusto?) DEVI necessariamente assumere il ruolo reale di DONNA.
Le favole lasciale alle bambine di oggi.
3) INIZIA a comprendere che l'uomo che incontri oggi non è l'ultimo né quello definitivo. Poi, magari lo è.
La cosa importante è che impieghi tempo e attenzione a CONOSCERE chi frequenti, piuttosto che immaginare di sapere chi è e incastrarlo nella figura maschile che hai sempre desiderato.
4) PRENDI IN CONSIDERAZIONE che può darsi che SOLA sia una possibilità di vita, non per questo sei malata o miserabile. Questo modo di pensare forse ti sembra fuori dai canoni, ma aiuta a rilassarsi e non ossessionarsi verso uomini che non incontrano la nostra compatibilità.
5) SMETTILA DI ACCONTENARTI: veramente non se ne può più. Certo l'amore non è una roba che compri al mercato, ma farti andar bene TUTTO ciò che è complesso, complicato, difficile, lontano, faticoso mi sembra un tantino esagerato. TORNA AL PUNTO 2. Impara ad essere la DONNA, non la psicologa/psichiatra/amica/amante/confidentepercaso del tuo forse quasi UOMO.
Naturalmente, questi sono solo i passi iniziali, che possono aiutarti a comprendere come RISCRIVERE il tuo cliché.
E se i parenti continuano ad assillarti, fatti un favore: cantati la tua canzone preferita in testa.
A volte funziona. Infondo, la lettera scarlatta è passata di moda ai tempi delle streghe.
Da.Ma. Coach
"Lasciati Ispirare e rivela il capolavoro che sei" Le persone hanno in sè tutto ciò che serve per essere FELICI. Numero verde gratuito 800.960214
martedì 3 novembre 2015
venerdì 30 ottobre 2015
TESSITORI DI STORIE E AUTORI DI KOLOSSAL. Daniela Marrocco Coach Bari
Il linguaggio dell'Anima. Lo chiamano così in molti. Pochi sanno cosa è.
Meno ancora come sentirlo, percepirlo.
Immagina di avvicinarti un momento solo alla corteccia di un albero.
Piano. Fallo. Senza sentirti stupido - lo so, ci si sente sempre un pò stupidi all'inizio, ma fallo.
Poi, domanda. Si certo. Domanda. Una cosa importante.
E ascolta. Metti l'orecchio su.
L'albero ha la sua voce.
Risponde a chi sa ascoltare.
-----------------------------------------------------------
Una volta una mia insegnante di nome NORMA BARRETTA mi disse: le parole sono gratuite, a renderle preziose è la mano che le cuce e il modo in cui sono cucite.
Siamo tessitori di storie. Nostre. TUE. LA TUA.
Ce ne raccontiamo di tutti i tipi.
Alcune le incidiamo, sempre più in profondità ma non come favole.
No.
Ci piace pensare che quell'insieme di critiche, giudizi, epiteti che ci infliggiamo per abitudine (spesso davanti allo specchio) siano sufficienti a far si che ci dia un calcio nel sedere per i a muoverci dentro qualcosa. Qualsiasi cosa.
Tutto pur di cambiare.
Ci crediamo forte. Ci credi forte.
Te le urli ad alta voce dentro: NON VALI NIENTE.
QUANTO FAI SCHIFO.
MA TI RENDI CONTO? Sei uno stupido...
Ma, un momento solo: DAVVERO PENSI CHE QUESTO POSSA FARTI CAMBIARE?
Beh, se lo pensi, hai ragione.
Ti farà cambiare.Ti renderà certo la persona migliore che puoi.
CERTAMENTE non ti aiuterà a cambiare per diventare la PERSONA MIGLIORE CHE AVRESTI POTUTO ESSERE.
Eppure, c'è un dato: QUELLA STORIA, si proprio quella puoi iniziare a sfasciarla.
Fai come Penelope.
Lei lo sapeva.
Finchè la tela restava intatta, tutto quello che era nell'attesa si sarebbe cristallizzato in realtà.
Lei lo sapeva.
Sapeva che avrebbe cambiato il finale sfilacciando una storia che si stava scrivendo sul dolore, la lontananza, la distanza, la guerra. Nel cuore prima che altrove. Nella testa a fare silenzio.
Tesseva e smontava il tessuto.
TESSEVA e rifaceva.
Per riscrivere.
Ed è così che puoi fare tu.
PRENDILI UNO AD UNO. SEGNALI quei pensieri, quei giudizi, quelle critiche.
Mettile in fila. Guardale.
E comincia a chiedere con amorevolezza impensata cosa vogliono davvero dirti.
C'è un messaggio: ascoltalo.
E poi chiediti ancora cosa è importante per te. COSA VUOI VERAMENTE?
E comincia a mettere in ordine PENSIERI che siano COERENTI con quello che vuoi.
Ti faccio un esempio: VOGLIO ESSERE UNA PERSONA AFFIDABILE.
Un pensiero incoerente è: che ci vuole ce la faccio...forse no però, meglio rinunciare, tanto non riesco.
Un pensiero coerente è: mi impegno e porto a termine gli impegni e se non ce la faccio lo dico e chiedo aiuto
Prendi un diario ora.
Appunta ogni giorno un OBIETTIVO e i PENSIERI COERENTI.
E se all'inizio dovessi scriverne di incoerenti, ok. Non preoccuparti: girali e modificali fino a che non ti sembra che ti lascino un senso di pienezza.
OGNI GIORNO. E' il tuo allenamento, il tuo diario.
E se vuoi saperne di più, puoi contattarmi ai recapiti per verificare insieme.
Get Inspired, DaMa Coach
Meno ancora come sentirlo, percepirlo.
Immagina di avvicinarti un momento solo alla corteccia di un albero.
Piano. Fallo. Senza sentirti stupido - lo so, ci si sente sempre un pò stupidi all'inizio, ma fallo.
Poi, domanda. Si certo. Domanda. Una cosa importante.
E ascolta. Metti l'orecchio su.
L'albero ha la sua voce.
Risponde a chi sa ascoltare.
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Una volta una mia insegnante di nome NORMA BARRETTA mi disse: le parole sono gratuite, a renderle preziose è la mano che le cuce e il modo in cui sono cucite.
Siamo tessitori di storie. Nostre. TUE. LA TUA.
Ce ne raccontiamo di tutti i tipi.
Alcune le incidiamo, sempre più in profondità ma non come favole.
No.
Ci piace pensare che quell'insieme di critiche, giudizi, epiteti che ci infliggiamo per abitudine (spesso davanti allo specchio) siano sufficienti a far si che ci dia un calcio nel sedere per i a muoverci dentro qualcosa. Qualsiasi cosa.
Tutto pur di cambiare.
Ci crediamo forte. Ci credi forte.
Te le urli ad alta voce dentro: NON VALI NIENTE.
QUANTO FAI SCHIFO.
MA TI RENDI CONTO? Sei uno stupido...
Ma, un momento solo: DAVVERO PENSI CHE QUESTO POSSA FARTI CAMBIARE?
Beh, se lo pensi, hai ragione.
Ti farà cambiare.Ti renderà certo la persona migliore che puoi.
CERTAMENTE non ti aiuterà a cambiare per diventare la PERSONA MIGLIORE CHE AVRESTI POTUTO ESSERE.
Eppure, c'è un dato: QUELLA STORIA, si proprio quella puoi iniziare a sfasciarla.
Fai come Penelope.
Lei lo sapeva.
Finchè la tela restava intatta, tutto quello che era nell'attesa si sarebbe cristallizzato in realtà.
Lei lo sapeva.
Sapeva che avrebbe cambiato il finale sfilacciando una storia che si stava scrivendo sul dolore, la lontananza, la distanza, la guerra. Nel cuore prima che altrove. Nella testa a fare silenzio.
Tesseva e smontava il tessuto.
TESSEVA e rifaceva.
Per riscrivere.
Ed è così che puoi fare tu.
PRENDILI UNO AD UNO. SEGNALI quei pensieri, quei giudizi, quelle critiche.
Mettile in fila. Guardale.
E comincia a chiedere con amorevolezza impensata cosa vogliono davvero dirti.
C'è un messaggio: ascoltalo.
E poi chiediti ancora cosa è importante per te. COSA VUOI VERAMENTE?
E comincia a mettere in ordine PENSIERI che siano COERENTI con quello che vuoi.
Ti faccio un esempio: VOGLIO ESSERE UNA PERSONA AFFIDABILE.
Un pensiero incoerente è: che ci vuole ce la faccio...forse no però, meglio rinunciare, tanto non riesco.
Un pensiero coerente è: mi impegno e porto a termine gli impegni e se non ce la faccio lo dico e chiedo aiuto
Prendi un diario ora.
Appunta ogni giorno un OBIETTIVO e i PENSIERI COERENTI.
E se all'inizio dovessi scriverne di incoerenti, ok. Non preoccuparti: girali e modificali fino a che non ti sembra che ti lascino un senso di pienezza.
OGNI GIORNO. E' il tuo allenamento, il tuo diario.
E se vuoi saperne di più, puoi contattarmi ai recapiti per verificare insieme.
Get Inspired, DaMa Coach
mercoledì 1 luglio 2015
SEI PRONTO AD OTTENERE L'IMPOSSIBILE? Daniela Marrocco Coach Bari
Si, si ...tutti lo sappiamo.
L'impossibile ci piace, ne parliamo, ci riempiamo le frasi di motivazione.
Le copiamo, le pubblichiamo. Ci divertiamo a ricercarle. Diventaimo il wikipedia delle citazioni che ci spingono ad andare oltre, ad accettare che l'impossibile di fatto esista.
L'IMPOSSIBILE.
ESISTE.
Difficile, ammettiamolo. Davvero difficile crederci. Perchè una volta per tutte: non tutto dipende da noi. Perciò, che cavolo! Abbiamo certo il buon senso di realizzare che non tutto è possibile!
Finiamola con la solita menata motivazionale che tutto, ma proprio tutto possa essere possibile.
Lasciamo da parte quella stupida citazione dal vago sapore NewAge che dice: è possibile solo se ci credi!
Basta. Non se ne può più di tutto questo parlare dell'impossibile.
SI, PARLARE.
Avete proprio letto bene. Lo riscrivo. PARLARE.
Perchè, sapete una cosa. L'impossibile è sotto il nostro naso. Continuamente. .
Sotto i nostri occhi. Lì fermo ad aspettare che qualcuno di noi lo veda, lo ascolti e lo colga, senza pensare che stia soffrendo di un delirio di onnipotenza, una schizofrenia latente, o ancora una patologia non ancora realizzata.
Noi lo chiamiamo così: impossibile. Perchè non abbiamo il coraggio di aprire la mente alla probabilità che possa essere possibile, plausibile, reale.
Solo che, la mente - si proprio lei - l'impossibile non lo immagina nemmeno se non esiste. Ma se per un secondo solo vi fermaste a riflettere, scoprireste che gran parte delle cose che RITENETE IMPOSSIBILI sono già lì nella vostra testa.
Parliamo di teste sane, sia ben chiaro. Di impossibili SANI. Ancora più chiaramente.
Fermatevi. Solo un momento.
E' mai possibile che la vostra mente possa generare un pensiero, un desiderio e poi dirvi che non esiste la possibilità?
Si ok, è ciò che accade. Ma non è la mia domanda.
Fermatevi a un momento solo a pensare:
cosa accadrebbe al vostro mondo se il VOSTRO impossibile diventasse REALTA'?
Cosa succederebbe a voi stessi se per una VOLTA SOLA, una soltanto ciò che pensate possa essere impossibile si materializzasse davanti ai vostri occhi?
Cosa accadrebbe se per una VOLTA SOLA vi trovaste di fronte a qualcosa che avete solo immaginato per errore e di colpo realizzaste che non è impossibile, ma infinitamente reale?
Chi sareste se per una VOLTA SOLA il vostro desiderio impossibile trovasse accoglimento nella vita vera?
Perchè amiamo pensare all'impossibile, ne siamo follemente innamorati. Ci consumiamo nel desiderio.
Ma quanti di noi, quanti di voi sono VERAMENTE PRONTI ad OTTENERE E A VIVERE L'IMPOSSIBILE?
Quanti di noi/voi sono davvero disposti a cambiare un pensiero, un'educazione, la cieca obbedienza alla propria storia pur di VIVERE ED OTTENERE l'impossibile?
Pensateci, davvero, una VOLTA SOLA PROFONDAMENTE:
"Sei davvero pronto ad OTTENERE L'IMPOSSIBILE?"
Cit. M. G
giovedì 12 marzo 2015
Le leggi del successo: “Muccino” visto da una Life Coach. Daniela Marrocco Coach Bari
di Daniela Marrocco
“Il desiderio… il desiderio muove il mondo“.
Inizia con questo incipit di voce narrante il nuovo film di Silvio Muccino – nelle sale dal 26 febbraio 2015
“Le leggi del Desiderio”.
Un film dal sapore contemporaneo, una commedia ispirata che ha come protagonista lui, Giovanni Canton (interpretato da Silvio Muccino stesso) che di mestiere fa il LIFE COACH.
Nessun mistero. Subito svelato il
suo lavoro, il suo libro, il suo concorso e il suo programma di dare a 3
persone, 3 cavie come le chiama il suo Editore, la possibilità di
realizzare i loro desideri.
E fin qui, sembra un film facile,
veloce, dove le soluzioni saranno pronte e ispirate come nelle migliori
tradizioni della commedia romantica italiana. Si che a guardare un pò
oltre il filo narrativo, si scopre una vena polemica e intimista del
giovane regista per sbirciare dentro le vite normali di persone più che
ordinarie afflitte da clichès quotidiani.
Insomma, uno spaccato dove
riconoscersi, tra frustrazioni familiari, pene sentimentali, afflizioni
professionali e persino la disoccupazione di un uomo di mezza età.
Tuttavia, il
film si S. Muccino ha di per sé scatenato un’autentica querelle di
interviste e post, dai social alle televisioni, sulla figura
professionale proposta dal protagonista. Lo stesso Muccino definisce in più presenze televisive il suo personaggio – e sottolineiamo il SUO personaggio - a metà strada tra un profeta e un santone, uno che usa le neuroscienze (letteralmente la Programmazione Neuro Linguistica ) per CAMBIARE la vita delle persone.
Ed ecco perché trovo giusto puntualizzare, criticamente e in qualità di Life Coach alcuni punti fondamentali.
Pur rispettando il lavoro di regia e commedia realizzato dall’intelligente Muccino con quell’occhio “dal vero” che lo contraddistingue, è opportuno sottolineare chi è il LIFE COACH.
Un Life Coach è prima di tutto una PERSONA. E come tale affetta da quei limiti di pensiero, fisici e soggettivi tipici dell’essere umano. Il Life Coach è una PERSONA che ha incontrato nella sua vita una OPPORTUNITA’, più spesso una ISPIRAZIONE, per aiutare gli altri a raggiungere i propri obiettivi, realizzare i propri desideri. E
per fare questo, non ha semplicemente battuto le mani o aperto un
libro: ha studiato, si è formato e si è cambiato prima partendo da se
stesso, per molto (credetemi) molto tempo. Persino lo stesso Muccino nel film lo svela tra le righe.
L’EQUIVOCO nella PROFESSIONE
L’equivoco vero dell’attuale concezione di LIFE COACH sta proprio lì: nel
rispetto di quella fragilità del tessuto umano che in un tempo di crisi
come questo anela a soluzioni “fast food” o “pret-a porter”.
SVELIAMO IL MISTERO: NON ESISTONO CAMBIAMENTI MORDI E FUGGI
E basta arrivare alla fine del film per scoprirlo. Il cambiamento presenta per tutti delle caratteristiche essenziali: 1)
è inevitabile; 2) bisogna volerlo veramente; 3) è fondamentale che sia
“ecologico”, cioè che rispetti i valori della persona.
Tutto questo ci porta naturalmente a
considerare che i CAMBIAMENTI PER FORZA o PER NECESSITA’ spesso ci
troveranno ad affrontare momenti di difficoltà, il rifiuto delle persone
intorno (che di fatto non ci riconosceranno più). E i cambiamenti che
resteranno, saranno solo quelli che ci hanno fatto davvero bene.
Perché – e qui ringrazio MUCCINO da LIFE COACH – se c’è una cosa che il film RACCONTA dal vero è che: rispettare
se stessi, l’autenticità, la propria natura è l’unico vero cambiamento
per cui siamo disposti a lottare e a sopravvivere.
GLI STILI DI COACHING
Certo, il protagonista del film presenta una modalità di Life Coaching piuttosto diffusa. Spettacolarizzazione, ricette, apprendimenti letterali (Maurizio Mattioli -ndr –
al colloquio di lavoro apre una parentesi non da poco sulla reale
capacità di utilizzare gli strumenti proposti dal Coach con EFFICACIA e
intelligenza emotiva).
Possiamo imparare tutte le strategie che vogliamo, trasformare noi stessi in robot
programmati per il successo. Perché questo pensiamo di desiderare e che
pensiamo di ottenere. Questo è quello che ripetiamo a noi stessi. E in
parte, il successo conserva in sè strategie comuni a tutti coloro che lo
raggiungono. Tuttavia questo non è sufficiente.
E questo stile di COACHING non è l’unico possibile, non è il coaching messo in opera da tutti i LIFE COACH.
QUELLI CHE: IL COACH DEL MONDO REALE
Esistono Coach, Life Coaches,
che hanno trovato una dimensione più intimista, tutt’altro che
spettacolarizzata, scenografica e direi anche profondamente etica e
rispettosa dei tempi e dei modi dell’altro. Esistono Life Coach che non prendono subito per vero il vostro DESIDERIO e si trasformano in genio della lampada in men che non si dica di fronte ad Aladino.
Esistono Life Coach che indagano, verificano e vi interrogano con una domanda facile quanto semplice: è VERAMENTE questo quello che VUOI?
Perché se c’è una cosa che lo stesso film comunica è che SPESSO le persone – compreso il personaggio Giovanni Canton, life coach di professione – non sempre sanno DAVVERO quello che desiderano.
E quella coerenza, quella autenticità, quella integrità
le si ritrovano spesso lontano dai riflettori, riappropriandosi di una
identità scomoda (quella più vera che conserviamo dentro), magari
proprio alla fine dei giochi, quando quello che vuoi veramente si palesa
davanti ai tuoi occhi e ti porta a corrergli dietro mandando all’aria
lustrini e ribalta.
ECCO, da LIFE COACH è questo il leitmotiv che ho colto in questo film vagamente polemico ma profondamente calato nel filo narrativo della commedia romantica: un INNO alla vulnerabilità umana, come valore, come quella porta che alcuni tipi di LIFE COACH – quelli che definisco “coach del mondo reale”
– hanno usato e usano tutt’ora senza vestire i panni del supereroe, ma
usando la propria storia personale (cambiata, lavorata, indagata,
studiata, sperimentata attraverso anni di studio e lavoro personale) per
aiutare gli altri – si, in effetti si – a:
- a) chiarire i propri desideri e a distinguerli dai bisogni;
- b) a definire quanto questi siano davvero rispettosi del proprio equilibrio;
- c) a formare e istruire verso una strategia realista e responsabile;
- d) a determinare un cambiamento che è soprattutto crescita personale…
- e) e si…se siamo davvero fortunati ad aver seminato nel terreno giusto, a realizzare finalmente quei desideri.
http://www.corrieredellepuglie.com/index.php/2015/03/le-leggi-del-successo-muccino-visto-da-una-life-coach/
mercoledì 14 gennaio 2015
LA LIBERTA': SENSO E SIGNIFICATO NELLE RELAZIONI (Daniela Marrocco Coach Bari)
Il senso di #libertà.
Senso di una parola, del suo significato.
Senso nella individuazione di quei filtri sensoriali che la definiscono (quella parola) nella percezione, nell'idea, nell'immaginario, quasi mai nel pratico.
Senso di libertà.
Cosa è la libertà?
Capiamoci, un valore certo. Ma che valore?
In questi primi giorni dell'anno 2015, come persona e come coach mi sono imbattuta nel suo significato. Sarebbe meglio dire com-battuta nel suo significato, nei molteplici contesti in cui trova applicazione con il suo algoritmo.
E si, un algoritmo.
Perchè anche le parole adottano formule matematiche complesse per autodefinirsi. Proprio come un algoritmo che si sviluppa.
La cosa straordinaria della LIBERTA' è che è un algoritmo con variabili importanti. Il suo risultato nello sviluppo cambia a seconda degli ambiti, delle persone...
E' una SORPRESA INFINITA. Nel bene e nel male.
La cosa che però fa da elemento comune di questa definizione è che la LIBERTA' non ha niente a che fare con lo stato fisico delle persone.
Non che non conti certo, ma è soprattutto uno stato d'animo, un atteggiamento, o forse una condizione dell'ANIMA. Un'eresia se confrontata a quell'idea - dicevamo - dell'algoritmo e della matematica.
Che c'azzecca - direbbe un chiunque qualunque.
E dunque? Cosa è la libertà?
Davvero ancora non lo so pienamente, o meglio, non so se il codice matematico sia davvero in grado di tradurla al meglio, o qualche altro idioma è in grado di portare in TERRA ciò che terreno appare non essere...
LA LIBERTA'.
So solo che, quando chiedo alle persone che incontro e incrocio nella mia vita personale e professionale di dirmi COSA rappresenta la libertà per loro, di indicarmi un VERBO, UN MODO ALTERNATIVO per definirla...beh...in quel momento molti di loro riescono a dirmi questo:
è quella sensazione che ti fa capire - si si capire - che puoi scegliere, che sei libero di farlo...e che riuscirai a gestirne tutte le conseguenze.
Ecco, gestirne le conseguenze.
Sarà per questo che in tutto ciò che finora è accaduto che portava il nome di libertà, ad una scelta ha fatto seguito una conseguenza che non dipendeva totalmente da noi o che non poteva essere gestita causa altrui (tremenda) volontà.
E se trasportassimo tutto questo nelle relazioni di coppia per un momento?
Le conseguenze si gestiscono in due...
Per quello è difficile - ma non impossibile - riscoprire la libertà in coppia.
Non è autonomia, non è "mi faccio gli affari miei", è libertà di espressione, di scelta, anche di non condivisione, che importa quella condizione lì...quella di potere gestire le conseguenze.
Sempre e comunque, avendo rispetto (e qui apriremmo volentieri un'altra parentesi, o forse un mondo intero) dell'altrui libertà di mandarci al diavolo, quando quella CONSEGUENZA proprio non è sopportabile.
Testo: Daniela Marrocco
Foto: Daniela Cantatore Selectioned Album B/N (many thanks for inspiration)
Senso di una parola, del suo significato.
Senso nella individuazione di quei filtri sensoriali che la definiscono (quella parola) nella percezione, nell'idea, nell'immaginario, quasi mai nel pratico.
Senso di libertà.
Cosa è la libertà?
Capiamoci, un valore certo. Ma che valore?
In questi primi giorni dell'anno 2015, come persona e come coach mi sono imbattuta nel suo significato. Sarebbe meglio dire com-battuta nel suo significato, nei molteplici contesti in cui trova applicazione con il suo algoritmo.
E si, un algoritmo.
Perchè anche le parole adottano formule matematiche complesse per autodefinirsi. Proprio come un algoritmo che si sviluppa.
La cosa straordinaria della LIBERTA' è che è un algoritmo con variabili importanti. Il suo risultato nello sviluppo cambia a seconda degli ambiti, delle persone...
E' una SORPRESA INFINITA. Nel bene e nel male.
La cosa che però fa da elemento comune di questa definizione è che la LIBERTA' non ha niente a che fare con lo stato fisico delle persone.
Non che non conti certo, ma è soprattutto uno stato d'animo, un atteggiamento, o forse una condizione dell'ANIMA. Un'eresia se confrontata a quell'idea - dicevamo - dell'algoritmo e della matematica.
Che c'azzecca - direbbe un chiunque qualunque.
E dunque? Cosa è la libertà?
Davvero ancora non lo so pienamente, o meglio, non so se il codice matematico sia davvero in grado di tradurla al meglio, o qualche altro idioma è in grado di portare in TERRA ciò che terreno appare non essere...
LA LIBERTA'.
So solo che, quando chiedo alle persone che incontro e incrocio nella mia vita personale e professionale di dirmi COSA rappresenta la libertà per loro, di indicarmi un VERBO, UN MODO ALTERNATIVO per definirla...beh...in quel momento molti di loro riescono a dirmi questo:
è quella sensazione che ti fa capire - si si capire - che puoi scegliere, che sei libero di farlo...e che riuscirai a gestirne tutte le conseguenze.
Ecco, gestirne le conseguenze.
Sarà per questo che in tutto ciò che finora è accaduto che portava il nome di libertà, ad una scelta ha fatto seguito una conseguenza che non dipendeva totalmente da noi o che non poteva essere gestita causa altrui (tremenda) volontà.
E se trasportassimo tutto questo nelle relazioni di coppia per un momento?
Le conseguenze si gestiscono in due...
Per quello è difficile - ma non impossibile - riscoprire la libertà in coppia.
Non è autonomia, non è "mi faccio gli affari miei", è libertà di espressione, di scelta, anche di non condivisione, che importa quella condizione lì...quella di potere gestire le conseguenze.
Sempre e comunque, avendo rispetto (e qui apriremmo volentieri un'altra parentesi, o forse un mondo intero) dell'altrui libertà di mandarci al diavolo, quando quella CONSEGUENZA proprio non è sopportabile.
Testo: Daniela Marrocco
Foto: Daniela Cantatore Selectioned Album B/N (many thanks for inspiration)
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