lunedì 5 marzo 2012

COME UNA DIVA: L’INTIMITA’ DI UN CAMERINO. (Daniela Marrocco Coach - Bari)


COME UNA DIVA: L'INTIMITA' DI UN CAMERINO.
(dedicata a Giusi Dangelico)
E’ curioso come alcune parole raccontino il destino delle persone. E quanto possano descrivere la loro personalità.
Se torniamo con un passo veloce all’immaginario dell’antica Grecia, le DEE erano tutte più o meno dipinte nello stesso modo: belle, piene di potere e fascino, prime donne consapevoli di potere cambiare il destino degli umani con il cenno dell’indice. Amanti dell’adorazione.
Quanti templi dove farsi ammirare, adorare, guardare.
Gli occhi come specchio della loro divinità e presenza.
Vere e proprie DONNE DIVINE. DIVE.
Deriva proprio da quella contrazione del DIVINO la parola DIVA, da quell’usanza umana di eleggere qualcuno a divinità (non importa di qual settore o categoria) che con il suo indice mostri la via o esaudisca una preghiera o si faccia interprete di un bisogno da appagare,  a fronte di un autentico riconoscimento.
Sono affascinata dalle DIVE.
Il loro temperamento è affascinante, pregno di quel colore e calore della “divina” consapevolezza di appartenere ad un destino più grande.
E non è da tutti, si intende, essere dive.
La personalità da Diva – non intendo il puro divismo – solo la personalità, in questi giorni racconta di storie finite in modo strano. Perché non è semplice essere una diva.
Ispirati dalla metafora della Dea, apparentemente amata, vezzeggiata, coccolata dalla folla di credenti e di seguaci, la Diva di oggi propone un dualismo incredibilmente forte: oserei dire quella capacità di essere alla RIBALTA, in evidenza, qualunque cosa accada, pronta alla performance. Presente, perfetta, incredibilmente SUL PEZZO, capace di essere autenticamente talentuosa e riconoscente al suo pubblico.
Quel pubblico che sa ricompensarla con AMORE, ammirazione, guardandola e regalandole il SENSO STESSO DELL’ESISTERE. Senza pubblico, infondo, cosa è una DIVA. E lei lo sa bene.
E poi, c’è  l’altra parte di sé.
Quella forse definita UMANA, dove i riflettori si spengono.
Nessun occhio di bue. Nessuna ombra a far da evidenza di luce. Solo tutto “normale”.
Niente occhi, niente sguardi, niente voci, niente adorazioni. Nulla. Tutto è diverso nel camerino dell’intimità.
Qui, nel camerino, le LUCI sono più tenue, ma impietose. Pronte a svelare un volto diverso. Niente trucchi. Solo se stessa. Una se stessa piena di paure, di ombre, di ricerca continua del senso dell’esistere. Una se stessa che svela la sua fragilità di fronte ad uno specchio.
In quello specchio si riscoprono i segni di un volto che cambia, che si umanizza, segnato dall’esperienza, dalla immensa forza d’animo che spinge la Diva ad essere per il suo pubblico anche oltre se stessa.
Ed è lì in quel momento, che la Diva diventa Donna. Diventa umana.
Diventa colei che è in continua ricerca di un equilibrio, una Luce, un Bagliore nei suoi propri occhi.
Dai riflettori  alla riflessione, si svela la dualità di una personalità sfaccettata, poliedrica, piena di angolature differenti, in grado di regalare sogno, senso, direzione, esaudendo l’immaginario bisogno collettivo di essere interpretati, di seguire un esempio.
Conosco poche persone con il temperamento di una Diva. E nel senso migliore del termine – Diva come dea, ma anche come Donna e Innamorata del suo mestiere – l’ho trovata tra care amicizie.
Svelare se stessa e le sue esperienze attraverso l’emozione è il suo pane: il suo mezzo è la scrittura. E il riferimento ellenico assolutamente reale.
Viva ed emotiva. Forte ed esuberante nel suo esporsi, la ritrovo spesso intenta a studiarsi  in quel “camerino” che è la sua intimità personale. Quel luogo misterioso e inaccessibile, dove occorre a tutti una VIP card per accedere. Ammettendo, che una Vip Card vorremmo poterla concedere tutti per poter dire che ognuno di noi ha in sé un po’ di Diva.
Questa è stata l’alchimia di Facebook in fondo: virtuale appagamento dell’ego umano e del bisogno (neanche troppo segreto) di essere DIVI, cioè guardati, ammirati, pregati, seguiti. In una parola AMATI.
La sua personalità da Diva è tuttavia autentica. Non si limita al virtuale..ma punta al reale. Punta all’inchiostro, alla vita vera, all’essere più che al solo apparire, al contare duplice che è anche racconto.
Lontano dal Divismo esasperato e dall’egocentrismo sterile, la DIVA così come ho voluto raccontarvela si fa interprete delle virtù e dei vizi dell’umana storia, rendendola tessuto ideale per disegnare tele incredibilmente varie di vita da leggere, assorbire, seguire, vedere, ammirare.
Questa è la Diva che ho avuto la fortuna di conoscere. .per scoprire che la sua personalità esuberante e frizzante riserva sorprese infinite di cristallo, pronto a splendere al primo sguardo di luce, eppure consapevole di contenere ciò che l’esperienza vorrà versare in lei quando quella luce si riposerà un poco, come lei, in quel camerino dell’intimità.

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