La linea retta è la distanza più breve per raggiungere un obiettivo.
La geometria insegna e diventa un'ispirazione per la vita stessa.
Perchè fare percorsi tortuosi per raggiungere qualcosa che desideriamo ardentemente, che sappiamo di volere, per un obiettivo che vogliamo ottenere.
Eppure le nostre scelte si contaminano spesso di colorazioni e sfumature differenti, regalando ombre ad una semplice regolarità razionale. Per andare da un punto ad un altro, tracciare una linea retta.
Eppure, ascoltando storie di vita quotidiana di ciascuno di noi, anche di coloro che del successo sono intrisi, si scopre che sono stati TUTTI VITTIME di INCIDENTI DI PERCORSO. Sono quelle CURVE, quegli ERRORI di percorso ad averli portati in un PORTO (perdonate il gioco di parole) da cui è salpata la nave del destino.
Forse non è sempre e ogni giorno così.
Ma il dato è che basta guardare i fiumi per comprendere quanto sia scientifico il nostro procedere tortuoso, sinuoso, elaborato, curvato. Una chicane dietro l'altra ci entusiasmiamo come in un circuito di alta velocità.
Sta a noi tenere l'equilibrio. E in alcuni casi, ci ritroviamo a scrutare, in quelle curve, lembi di terra di vita nuovi, sapori e panorami di esperienza che giocano un ruolo determinante nelle nostre scelte.
Perchè andare dritto al punto è cosa buona e giusta...Ed è pur vero, che mentre ti muovi su quella linea di letto di fiume che è la vita, e la guardi dall'alto, te ne accorgi: spigoli, fermate, curve, desertificazioni, rigogliose scoperte e infine mete.
Giù fino al mare, a fondersi con il nostro destino, che è il mare dei fiumi.
Una bella metafora di Baricco in City spiega quanto NATURALE sia lo scientifico incedere di un fiume che si avvia verso il mare seguendo una strada tutt'altro che retta.
Perchè la rettitudine è solo una parte della geometria composta di questo universo, che si compone di altre forme.
[...] anche se mi sforzo, mi viene solo in mente quella storia dei fiumi, se proprio voglio trovare qualcosa che mi faccia digerire tutta questa faccenda, finisco per pensare ai fiumi, e al fatto che si son messi lì a studiarli perché giustamente non gli tornava ’sta storia che un fiume, dovendo arrivare al mare, ci metta tutto quel tempo, cioè scelga, deliberatamente, di fare un sacco di curve, invece di puntare dritto allo scopo, devi ammettere che c’è qualcosa di assurdo, ed è esattamente quello che pensarono anche loro, c’è qualcosa di assurdo in tutte quelle curve, e così si son messi a studiare la faccenda e quello che hanno scoperto alla fine, c’è da non crederci, è che qualsiasi fiume, proprio qualsiasi fiume, prima di arrivare al mare fa esattamente una strada tre volte più lunga di quella che farebbe se andasse dritto, sbalorditivo se ci pensi, ci mette tre volte tanto quello che sarebbe necessario, e tutto a furia di curve, appunto, solo con questo stratagemma delle curve, e non questo fiume o quello, ma tutti i fiumi, come se fosse una cosa obbligatoria, una specie di regola uguale per tutti, che è una cosa da non credere, veramente, pazzesca, ma è quello che hanno scoperto con scientifica sicurezza a forza di studiare i fiumi, tutti i fiumi, hanno scoperto che non sono matti, è la loro natura di fiumi che li obbliga a quel girovagare continuo, e perfino esatto, tanto che tutti, e dico tutti, alla fine, navigano per una strada tre volte più lunga del necessario, anzi per essere esatti, tre volte virgola quattordici, giuro, il famoso pi greco, non ci volevo credere, in effetti, ma pare che sia proprio così, devi prendere la loro distanza dal mare, moltiplicarla per pi greco e hai la lunghezza della strada che effettivamente fanno, il che, ho pensato, è una gran figata, perché, ho pensato, c’è una regola per loro vuoi che non ci sia per noi, voglio dire, il meno che ti puoi aspettare è che anche per noi sia più o meno lo stesso, e che tutto questo sbandare da una parte e dall’altra, come se fossimo matti, o peggio smarriti, in realtà è il nostro modo di andare diritti, modo scientificamente esatto, e per così dire già preordinato, benché indubbiamente simile a una sequenza disordinata di errori, o ripensamenti, ma solo in apparenza perché in realtà è semplicemente il nostro modo di andare dove dobbiamo andare, il modo che è specificatamente nostro, la nostra natura, per così dire, cosa volevo dire?, quella storia dei fiumi, si, è una storia che se ci pensi è rassicurante, tanto che ho deciso di crederci [...]
Da “City” di Alessandro Baricco, editore Rizzoli
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