Aspettative.
In genere potremmo definirle come proiezioni o anticipazioni del futuro, mescolate ad una manciata di desideri, intrisa di ricerca della soddisfazione di alcuni bisogni.
Dal nostro punto di vista, le aspettative non sono altro che una ragionevole elaborazione di dati raccolti e conosciuti durante la nostra esperienza soggettiva che dovrebbero dare vita ad un futuro approssimativamente simile all’immagine anticipata.
Tuttavia, capita piuttosto spesso che l’immagine anticipata di ciò che ci aspettiamo venga in qualche modo smentita dal verificarsi - o non verificarsi – di determinati eventi, così come ce li siamo prefigurati.
In sostanza: le aspettative vengono disattese.
Nessun problema se all’aspettativa negativa segue il verificarsi di un evento molto piacevole.
Peccato che spesso e volentieri questo tipo di eventi non vengono registrati come “delusione” ma come “botta di fortuna” e che a esaltare il pessimo ruolo delle aspettative nella nostra vita quotidiana siano proprio le “delusioni reali”. Cioè: le aspettative mancate.
I ritornelli associati a questo tipo di atteggiamento sono abbastanza noti:
- capitano tutte a me;
- tanto lo sapevo che non sarebbe andata come volevo;
- sono sfortunato/a;
e cosi via.
E questo in diversi ambiti. Ci si ritrova attorniati da tutto ciò che con veemenza e paura tentiamo di allontanare da noi: partner fedifraghi, colleghi di lavoro poco leali, professori che non ci fanno passare un esame, soci che non ci condividono, e potremmo andare avanti all’infinito.
Si tratta della replica della nota nuvola di Fantozzi o della più famigerata Legge di Murphy o possiamo trovare conforto in una scienza reale, che lasci andare lontano pellicole e folklore?
Gli studi psicologici ed antropologici, così come gli studiosi di Programmazione Neuro Linguistica, scienza, fisica quantistica si sono dati la pena di dare una risposta più scientifica su questo fenomeno.
PERSEGUITATI E SFORTUNATI di tutto il mondo, SAPPIATE che potete MODIFICARE ORA questo status.
Secondo le ricerche, infatti, tutto sarebbe il frutto di un effetto dal nome inaspettato: l’effetto PIGMALIONE.
Nella sostanza, ciò che normalmente accade è di essere trattati come profondamente ci aspettiamo.
Se pensiamo che il nostro partner ci tradirà, infatti, probabilmente cominceremo ad attuare una serie infinita di atteggiamenti di sospetto, controllo e ricerca di conferme che porteranno inevitabilmente ad una modifica del nostro comportamento e persino del nostro modo di parlare e della mimica facciale.
Una variazione reale che il partner percepirà nettamente, attuando una serie di comportamenti di risposta a sua volta coerenti con la necessità di non essere controllato, spiato o sospettato: tanto più se ha la “coscienza” a posto. E naturalmente confermerà i vostri sospetti.
Ora, secondo le ricerche e gli studi effettuati, il nostro occhio e il nostro modo di osservare esperienze, situazioni e persone non è oggettivo. Di fatto il nostro occhio effettua una interpretazione della realtà, e non è totalmente in grado di percepire tutto ciò che appare. La vista è un filtro, così come gli altri sensi.
Pertanto passibile di “interpretazione”.
Capita così che, se abbiamo in mente l’idea che una persona voglia “tradirci” o “prenderci in giro” o ancora “illuderci”, di fatto connoteremo i suoi atteggiamenti e le sue azioni di condimenti visivi interpretati: uno sguardo particolare, una parola detta al posto di un’altra più giusta..E ancora una volta questo ci "darà ragione".
L’esperimento che ha dato vita alla formulazione dell’Effetto Pigmalione è di per sé affascinante ed è stato svolto in un Istituto scolastico americano.
I dati sono stati sbalorditivi. Due classi sono state sottoposte ad osservazione.
In una delle aule i docenti hanno ricevuto l’informazione di avere a che fare con ragazzi dotati di un’intelligenza superiore. Pertanto hanno adottato una serie di comportamenti e atteggiamenti coerenti con questo dato fornito. Risultato? Gli obiettivi motivazionali e di profitto realizzati sono stati impressionanti. Gli alunni risultavano motivati e molto produttivi.
Nell’altra aula, invece, ai docenti è stata fornita l’informazione opposta. Gli alunni in carico sarebbero stati ragazzi con una intelligenza media e con qualche difficoltà.
Va da sé che l’informazione fornita in entrambi i casi sugli studenti era assolutamente PRIVA di qualsiasi fondamento.
Sorprendente anche il secondo risultato. Studenti poco motivati, risultati non all’altezza delle attese.
L’occhio (in questo caso l’informazione ricevuta) aveva completamente influenzato il contesto e l’ambiente circostante, fino a condizionare la RISPOSTA EMOZIONALE E COMPORTAMENTALE dei soggetti coinvolti nel sistema di relazione.
Questo esempio, chiarisce inequivocabilmente un dato. Siamo SFORTUNATI fino a quando pensiamo di esserlo. Una volta che prendiamo consapevolezza che tutto dipende dal tipo di input e informazioni che inviamo alla nostra mente, TUTTO PUO’ CAMBIARE.
Naturalmente, questo non vuol dire che non ci saranno esperienze spiacevoli o che non esisteranno più persone che possano tradire. La cosa importante però è che saremo in grado di evitare queste situazioni, perché il nostro OCCHIO e il nostro CERVELLO funzionerà proprio come il VERO PIGMALIONE. In grado di migliorare il contesto e le relazioni circostanti.
Nella mia esperienza personale, se si potenziano e si inviano agli interlocutori messaggi e atteggiamenti positivi, mirati a motivare piuttosto che a controllare o deprimere, si ottengono feedback migliori, risposte e comportamenti che portano un generale miglioramento della nostra vita.
E questo è tanto più vero nelle relazioni.
Le critiche, le lamentele e ogni sorta di atteggiamento volto a rilevare i difetti, con il tempo finiscono per portare fuori esattamente i problemi che non vorremmo.
Apprezzamento, voglia di condivisione e costruttività di fronte alle cose che non ci piacciono dell’altra persona possono invece portare grande vantaggio alla relazione, potenziandola e facendola crescere.
A voi, la lente più opportuna da utilizzare, facendo leva sulla vostra flessibilità.
La fortuna è una questione di atteggiamento. Tutto il resto dipende da voi. E questa di per sé è davvero una bella notizia.
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