mercoledì 20 marzo 2013

In nome del Padre. Daniela Marrocco

In nome del Padre, Del Figlio.
Inizia così il Padre Nostro. Cattolici o no, la forma di preghiera più simbolica che si possa pronunciare. La prima. Ed è proprio partendo da quella primordialità che voglio oggi esplorare la figura del PADRE.
Scegliendo di iniziare dalla sua etimologia.
Etimologicamente viene da Pater, dalla radice Pa, ovvero proteggere, ma anche nutrire. Da questo sarebbe elementare definire il Pater, padre, colui che fin dalla notte dei tempi ha il compito di proteggere e nutrire.
Di qui il significato si estende a signore, colui che mantiene la famiglia.
Si usa dire: una donna mette al mondo un figlio. 
Un padre ha il compito di metterlo "nel" mondo.
Padre. Uomo. 
E' interessante rendersi conto di quanto il GENITORE padre entri in gioco in termini di autorità. In qualche modo il suo archetipo di padre-padrone viene mantenuto nell'ordine interno che ognuno di noi ha.
Padre e Madre, Uomo e Donna sono così un UNIVERSO complesso da esplorare in un unico articolo.
Per questo motivo voglio solo guardare al Padre dal punto di vista sistemico.
Nell'approccio delle Costellazioni Familiari Sistemiche di Bert Hellinger il Padre è nella sua posizione primaria, alla destra della Madre, Donna, Moglie.
Un padre aspetta, attende il suo turno nella intima relazione di un figlio con sua madre. E' un momento di estraneazione. Un momento in cui ancora madre e figlio sono uno per l'altro e uno nell'altro.
Il rischio in questi momenti è che si perda di vista la doppia visione sistemica della relazione: coppia/genitori.
A prevalere infatti è quella genitoriale. Il distacco di intimità è un temporaneo costo che deve essere tenuto in conto.
Nelle costellazioni familiari "ONORARE IL PADRE e LA MADRE" è una delle più importanti ritualità per riconoscere loro il valore del Dono della Vita.
A prescindere dalle scelte e  dagli errori commessi, il figlio e la figlia riconoscono la bontà delle intenzioni dei genitori, oltre ogni giudizio. Se lo sentono accettano il sentito "MI DISPIACE" dei genitori qualora il dolore inferto sia stato oltremodo sopportabile.
Il Padre rappresenta l'energia maschile, la forza, la capacità di decisione, di movimento nel mondo. Essere in pace con la sua energia maschile contribuisce alla crescita di uomini (figli) in gradio di conoscere se stessi, complici della propria vulnerabilità; e al contempo alla crescita di donne (figlie) in grado di accettare un modello di relazione costruttivo, in equilibrio tra l'accettazione delle regole e la responsabilità di scelta.


Il padre diventa così una figura fondamentale e rappresenta la capacità di farsi valere nel mondo, di costruire rapporti sociali adeguati, di sviluppare un’immagine meritevole di se stessi.

La figura paterna continua a trasformarsi oggi in base alle necessità del sociale, del vivere, dell'essere. A livello simbolico il padre rappresenta tutto questo e soprattutto la capacità dell’individuo di costruire una prospettiva di vita autonoma e autodeterminante.  
Questo valore simbolico della figura paterna è un elemento che travalica i confini delle singole culture e rappresenta un carattere universalmente valido al di là dei contesti sociali e culturali differenti, in quanto insito nei comportamenti dell’uomo in generale inteso come costruttore di simboli per interpretare ed elaborare la realtà che lo circonda.

In nome del padre, condivido una poesia di Kipling "Se" integra in sè il messaggio più completo di un Padre ad un Figlio.

Kipling, Se.

Se saprai conservare la testa, quando intorno a te
tutti perderanno la loro e te ne faranno una colpa;
se crederai in te stesso quando tutti dubiteranno,
ma saprai capire il loro dubbio;
se saprai aspettare senza stancarti nell’attesa,
ed essere calunniato senza calunniare;
o essere odiato senza dare tu sfogo all’odio,
e non apparir troppo bello, né dire cose troppo sagge;

se saprai sognare senza fare del sogno il tuo padrone;
se saprai pensare senza fare del pensiero il tuo fine;
se saprai incontrare il trionfo ed il disastro
e trattare questi due impostori nello stesso modo;
se saprai sopportare di sentire le tue parole giuste
falsate da furfanti per ingannare gli sciocchi;
o vedere le cose per cui hai dato la vita spezzate,
e curvarti e ricostruirle con logori utensili;

se saprai fare un mucchio di tutte le tue vincite
e rischiarle in un giro di testa e croce;
e perdere e ricominciare da capo
senza fiatare sulle tue perdite;
se saprai forzare il tuo cuore, i nervi e i tendini
per assecondare il tuo volere, anche quando essi sono consumati;
e così resistere, quando non c’è più niente in te,
tranne che la volontà che dice loro: “tenete duro!”;

se saprai parlare alle folle e mantenerti virtuoso,
passeggiare con i re e non perdere la semplicità;
se né i nemici, né gli amici potranno offenderti,
se tutti conteranno, ma nessuno troppo;
se saprai riempire il minuto inesorabile,
dando valore ad ognuno di quei sessanta secondi;
tuo sarà il mondo e tutto ciò che esso contiene,
e, ciò che più conta, tu sarai un Uomo, figlio mio.