mercoledì 15 febbraio 2012

UN ESEMPIO DI LINGUAGGIO DEL CAMBIAMENTO: MILTON MODEL E BARICCO (PNL e Coaching)


UN ESEMPIO DI LINGUAGGIO DEL CAMBIAMENTO: MILTON MODEL E BARICCO (PNL e Coaching)

La strada che CORRE, SCORRE...MA NON SOCCORRE (Milton Model e PNL) firmati ALESSANDRO BARICCO - tratto da OCEANO MARE

"Preghiera di uno che si è perso, e dunque, a dirla tutta, preghiera per me. Signore Buon Dio, abbiate pazienza, sono di nuovo io.
Dunque, qui le cose vanno bene, chi più chi meno, ci si arrangia, in pratica, si trova poi sempre il modo di cavarsela, voi mi capite, insomma, il problema non è questo.
Il problema sarebbe un altro, se avete la pazienza di ascoltarmi.
Il problema è questa strada,
bella strada questa che corre e scorre e soccorre,
ma non corre diritta,
come potrebbe e nemmeno storta come saprebbe, no.
Curiosamente si disfa.
Credetemi (per una volta voi credete a me) si disfa.
Dovendo riassumere, se ne va un po' di qua, un po' di là,
presa da improvvisa libertà.
Chissà.
Adesso, non per sminuire, ma dovrei spiegarvi questa cosa,
che è cosa da uomini, e non è cosa da Dio,
di quando la strada che si ha davanti
si disfa,
si perde,
si sgrana,
si eclissa,
non so se avete presente,
ma è
facile che non abbiate presente,
è una cosa da uomini, in generale,
perdersi.
Non è roba da Voi.
Bisogna che abbiate pazienza e mi lasciate spiegare.
Faccenda di un attimo.

Innanzitutto non dovete farvi fuorviare dal fatto che,
tecnicamente parlando, non si può negarlo,
questa strada che corre,
scorre,
soccorre,
sotto le ruote di questa carrozza,
effettivamente, volendo attenersi ai fatti,
non si disfa affatto.
Tecnicamente parlando.
Continua diritta, senza esitazioni,
neanche un timido bivio, niente.
Diritta come un fuso.
Lo vedo da me.
Ma il problema, lasciatevelo dire, non sta qui.
Non è di questa strada, fatta di terra e polvere e sassi,
che stiamo parlando. La strada in questione è un'altra.
E corre non fuori, ma dentro.
Qui dentro. Non so se avete presente: la mia strada.
Ne hanno tutti una, lo saprete anche voi,
che tra l'altro, non siete estraneo
al progetto di questa macchina che siamo,
tutti quanti, ognuno a modo suo.
Una strada dentro ce l'hanno tutti, cosa che facilita,
per lo più, l'incombenza di questo viaggio nostro,
e solo raramente, ce lo complica.
Adesso è uno dei momenti che lo complica.
Volendo riassumere, è quella strada,
quella dentro, che si disfa, si è disfatta, benedetta, non c'è più.
Succede, credetemi, succede.
E non è una cosa piacevole.
Io credo che quella vostra trovata del diluvio universale,
sia stata in effetti una trovata geniale.
Perché a voler trovare un castigo,
mi chiedo cosa sia meglio che lasciare
un povero cristo da solo in mezzo a quel mare.
Neanche una spiaggia.
Niente.
Uno scoglio. Un relitto derelitto.
Neanche quello.
Non un segno per capire da che parte andare, per andarci a morire.
... So perfettamente qual è la domanda,
è la risposta che mi manca.
Corre questa carrozza, e io non so dove.
Penso alla risposta, e nella mia mente diventa buio.
Così questo buio io lo prendo e lo metto nelle vostre mani.
E vi chiedo Signore Buon Dio di tenerlo con voi un'ora soltanto,
tenervelo in mano quel tanto che basta per scioglierne il nero,
per scioglierne il male che fa nella testa,
quel buio nel cuore, quel nero, vorreste?
Potreste anche solo chinarvi,
guardarlo,
sorriderne,
aprirlo,
rubargli una luce e
lasciarlo cadere che tanto
a trovarlo ci penso poi io,
a vedere dov'è.
Una cosa da nulla per voi, così grande per me.
Mi ascoltate Signore Buon Dio?
Non è chiedervi tanto,
è solo una preghiera,
che è un modo di scrivere il profumo dell'attesa.
Scrivete voi dove volete il sentiero che ho perduto.
Basta un segno, qualcosa,
un graffio leggero sul vetro di questi occhi che guardano senza vedere,
io lo vedrò.
Scrivete sul mondo una sola parola scritta per me,
la leggerò.
Sfiorate un istante di questo silenzio,
lo sentirò.
Non abbiate paura, io non ne ho.
E scivoli via questa preghiera con la forza delle parole,
oltre la gabbia del mondo, fino a chissà dove.

Il POTERE DEL LINGUAGGIO E DELLE PAROLE: EMOZIONARE è UN GIOCO..DI PAROLE (D.Marrocco Coach)

IL POTERE DEL LINGUAGGIO E DELLE PAROLE: EMOZIONARE è UN GIOCO..DI PAROLE (D.Marrocco Coach)

Vi siete mai ACCORTI di quanto POTERE diamo alle PAROLE?
Parole che coccolano, feriscono, curano. Sono simboli fisici che pronunciamo consapevolmente e inconsapevolmente, sposandole all'emozione del momento.
Quella stessa emozione che dona loro VITA, come un immaginario PINOCCHIO pronto però a snocciolare verità e ideali plastici del nostro vissuto.
Disegniamo con le parole, le immagini che non riusciamo ad evocare diversamente. Scriviamo esperienze descrivendole attraverso quella sequela di lettere composte tra loro, che formano le Parole, e poi le FRASI e poi i PERIODI..e poi le ESPERIENZE. 
Senza fiato o punteggiate, accentate, o sussurrate, soffocate o gridate. Quelle PAROLE si impossessano della VITA nel momento stesso in cui le pronunciamo.

Da sole, lì, nella mente, tra i capelli, i pensieri arrotolati, non hanno quel grande effetto..Se non fosse quella VOCE che le ACCOMPAGNA. Quel tono che INVENTA punteggiature RESPIRATE: due punti o puntini di sospensione..o come si dice in inglese FULL STOP. Fermo. Punto. Basta.
Persino, mentre leggete questo articolo, vi accorgete di inserire, inconsapevolmente, la vostra voce, o forse quella di qualcuno che desiderate riconoscere. PERCHE' le PAROLE VIVONO GRAZIE ALLA VOCE, AL RESPIRO, AL LORO ESSERE FISICHE.
Rendono REALE ciò che è il PENSIERO, e hanno il POTERE DI RENDERLO VERO, quel pensiero. Nel bene (ce lo auguriamo sempre) e nel meno bene (per le parole che vorremmo non aver pronunciato).
Per quelle che NON ABBIAMO DETTO...Abbiamo il tempo di comprendere se devono ancora maturare, come frutti succosi su alberi rigogliosi. Ogni cosa, ogni parola al tempo giusto. Perchè ciò che PRONUNCIATE, IL VERBO, AVVERA.
Lo sapeva molto bene anche uno dei più importanti IPNOTERAPEUTI DEL MONDO, MILTON ERICKSON, che con il GIOCO DI PAROLE e la sua ABILITA' di creare IMMAGINI con le stesse, raccontava la cura al suo paziente. 
Anzi, meglio ancora, si faceva raccontare dal paziente una realtà piena di visioni, immagini, colori, sensazioni e METAFORE, tanto potenti che poteva sentirle, guardarle, udirle..e infine utilizzarle perchè quella persona potesse costruire un NUOVO MONDO INTERNO che la CURASSE. Così magicamente.
Le PAROLE hanno la forza di essere estremamente curative. 
Partono dal nostro cervello e impostano programmi mentali che dirigono il nostro mondo, le nostre scelte. Razionalmente e inconsciamente. 
Quando la razionalità ha terminato la sua memoria o la sua capacità di rielaborazione, ecco che quel POTERE MAGICO delle parole SAPIENTEMENTE CUCITE da abili MASTRI, dà vita ad abiti nuovi, a vita migliore per queste persone. 
Niente di stupefacente, in effetti. Se non fosse che lo dimentichiamo continuamente.
Ciò che PENSIAMO si produce nella realtà. E questo vale anche quando modifichiamo il nostro PENSIERO, che si trasforma in COMPORTAMENTI, che diventano abitudini, e poi CAPACITA' e poi CONVINZIONI e infine CIò CHE SIAMO (IDENTITA').
Perciò PENSATE BENE. Ogni giorno, ogni momento. Giocate con le vostre parole, affinchè la strada che scorre dentro di voi possa condurvi al BENESSERE. Ogni giorno. Ogni momento.
Il pensiero vi appartiene e voi guidate la sua strada.

(* Milton Erickson ha ispirato il lavoro di J. Grinder e Richard Bandler che hanno fondato la neuroscienza nota come Programmazione Neuro Linguistica - PNL - oggi riconosciuto modello terapeutico integrato, oltre che fondamento di tecniche di coaching, counseling e mediazione familiare e di molte altre professioni legate alla relazione d'aiuto e alla gestione risorse umane)


mercoledì 8 febbraio 2012

DONNE CHE AMANO TROPPO E I GIORNI DI CARNEVALE. RELAZIONI E BENESSERE (Daniela M. Coach)


RELAZIONI E BENESSERE
DONNE CHE AMANO TROPPO e i GIORNI DI CARNEVALE.

Amare troppo? Come coach  (e donna) sono tante le occasioni che mi portano a sentire altre donne parlare del loro infinito amore per un uomo. Un uomo che si vede vestito in molti modi.
Forse si innamorano così tanto del loro abito Carnevalesco, che ne “sposano” il ruolo questi uomini: principi azzurri, salvatori alla Zorro, Casanova veneziani, Pulcinella silenziosi, e tanti altri ancora.
O siamo noi Donne che ci innamoriamo dei loro vestiti?
Il punto è che quell’UOMO (non importa quale sia il suo nome e cognome) diventa il centro di un UNIVERSO fatto di pensieri, parole,emozioni, azioni, vita.
Si sente nel calore della voce di alcune di voi, nella passionalità estrema con cui difendete il vostro LUI, tenacemente, come feline pronte ad attaccare.
Quell’amore è troppo, è tanto. DAVVERO.
E quando compare un DAVVERO, le mie orecchie di Coach (e donna) cominciano ad allertarsi. E lo dico da donna: ci sono stata dentro quel Davvero!
E’ proprio per questo che posso dirvi che quando è VERO, non hai bisogno di difendere un AMORE. Non che non sia VERO nel senso di REALE.
E’ che quel DAVVERO assomiglia di più ad una contrazione verbale. Una contrazione che partorisce un’idea più forte, un desiderio profondo: quello dell’AMORE DAL VERO.
Le donne che amano troppo trovano la loro definizione in altrettanti blog.
Ho surfato curiosa nel web per inciampare in una serie infinita di evidenze che denunciano lo strabordante entusiasmo amoroso.
E pervenire così a un banale (ma doveroso ) elenco di ciò che le contraddistingue. Ecco una donna ama troppo quando:
1)   Parla troppo di lui, dei suoi problemi, di ciò che pensa, dei suoi sentimenti;
2)   Giustifica i malumori, il cattivo carattere, l’indifferenza (che si scusa grazie al trauma infantile  - quale esso sia – senza pur essere terapiste);
3)   Pur non amando il suo carattere, modo di pensare e persino comportamento, si adatta pensando che lui ad un certo punto cambierà in virtù di quella stucchevole amorevolezza;
4)   Se la relazione vissuta mette a repentaglio il  benessere emotivo, economico, finanziario e persino la nostra sicurezza fisica;
5)   Calpesta e annulla se stessa e le sue esigenze per adeguarsi come un guanto alle necessità di lui.
6)   La relazione che viviamo (o non viviamo) porta sofferenza.
Potrei continuare a scrivere naturalmente un’infinità di espliciti e specifici esempi, ma credo concordiate tutti che la frase migliore in condensa sia: se una relazione ci fa soffrire c’è qualcosa che sta andando storto.
Perché non è che ci sia nulla di male nell’amare, anzi!
Il punto è quel TROPPO, quel DAVVERO. Quell’eccesso che sposta l’attenzione da ciò che sentiamo a ciò che VOGLIAMO SENTIRE.
Le donne che amano troppo si dimenticano di se stesse. Si dimenticano che il cuore ha un suo equilibrio. Che le relazioni hanno un equilibrio.
E che non PUO’ e non DEVE ESSERE CARNEVALE tutto l’anno.
Gli uomini vogliono essere visti per quello che sono, piuttosto che il personaggio che incarnano. Il punto è che ci affezioniamo come mamme con i loro piccoli alla prima uscita di Carnevale..e poi? Poi tutto cambia.
Cambia perché le donne che amano troppo finiscono per non ricordare che quell’equilibrio tra dare e avere METTE ORDINE nei ruoli.
Cambia, perché le donne che amano troppo smettono di essere ciò che sono, trascurando se stesse in modo totale (talvolta) e vestono i panni di qualcuno che non sanno, FINO A PERDERSI nella ricerca di qualcuno che non c’è.
Le donne che amano troppo lasciano andare i propri sogni, per aderire a quelli della loro idea di “io con te”. Per essere ancora più precisi, li perdono nell’oblio di un cassetto lontano, di una casa perduta.
Lui è l’impegno costante. Lui è la ragione. Lui è il cuore. Lui è.
E se lui è, donne che amano troppo, voi dove siete?
Perché in questo gioco del totalizzante amore, voi dove siete? Chi siete? Cosa volete veramente? Quali i vostri sogni?
Se la vostra risposta è: l’importante è che ci sia lui, avete da riflettere su ALCUNI INTERROGATIVI. Lui sa di voi? Lui vede voi? Lui sente voi?
Perché se voi siete specchio, mamma, pianeta, sostenitore, sponsor, terapista, gestore, motivatore di LUI…quale parte di voi sarà la sua LEI?
LEI è tutto ciò che dovete diventare perché LUI possa VOLERE voi..E non è che amare sia un problema. E’ che troppo sbilancia gli equilibri tra LUI e LEI. E Lei non esiste più, perché esiste Lui.
Ora, riportate la vostra attenzione su voi, dentro voi.
Il primo passo parte dal battito del cuore. E il cuore ha sempre ragione.