giovedì 15 dicembre 2016

LIFE COACHING: BOTTI DI REALTA' E ALTRI SOGNI. di Daniela Marrocco Coach Bari

[BOTTI DI REALTÀ E ALTRI SOGNI]
Più che notti forse dovrei parlarti di botte di realtà. Ma andiamo per ordine.
Pensavo ai sogni: a quelle luci vere e brillanti che ti regalano la meravigliosa sensazione di poter fare della tua vita il capolavoro che desideri.
Ti ci metti di impegno quando sogni. 
Che tu abbia imparato a farlo tardi o presto, per vivere una vita vera quasi DEVI farlo. Sognare è il modo per star vicino alla tua essenza, darle un senso, una forma, una proiezione ed insieme una realizzazione.
Certi sogni poi sono così grandi e belli e luminosi che ti ci accomodi sopra e cominci a cavalcarli che non ti chiedi nemmeno più perché. Lo fai! Non puoi farne a meno.
Ci sono momenti di questo sognare però in cui - ti sara capitato - ti trovi con la faccia per terra per un destro ben piazzato in volto dalla realtà.
Non è che non l'avevi vista, per carità. Stai seguendo il sogno non l'illusione.
Eppure con tutto il tuo essere attento non hai potuto evitare di finire contro il destro montante di un pizzico di realtà che ti ha frenato e buttato lucidamente per terra.
Che botta! E che botti! E non è nemmeno capodanno!
Di far male fa male. 
Lo sapevi ma fa male.
Così provi a rialzarti. A sentire se il dolore è ancora tollerabile. 
A capire se potrai sopportarlo nei prossimi giorni perché - sai come fa - quando guarisce fa più male.
E cominci soprattutto a chiederti: ma è ancora il caso di sognare e di lottare?
Certo per un colpo assestato non vorrai mica darti per vinto!
È il tuo sogno, cavolo!
Ma se inizia la serie di colpi... gancio, montante ... e resisti e ti rialzi, i lividi cominciano ad essere troppo dolenti... te lo chiedi: ne vale la pena?
No, perché ho sentito dire che quando sei nella strada dei sogni ... quelli proprio tuoi tutto diventa facile!
Ehm... tocca che ti dia una info: facile significa nel trovare la strada, la soluzione, la via per continuare. Gli ostacoli sono deviazioni del percorso che ti tocca affrontare. Perché i sogni ti aspettano ma la strada non la fanno loro, la fai tu.
Ti tocca imparare a vederli i pugni in faccia della realtà perché lei, la realtà, è un correttore naturale di bozze.
Ti Ri-orienta per aiutarti a scrivere bene la sceneggiatura della vita che ti piacerà davvero.
Lei lo sa, più dei sogni, che talvolta non sogniamo per noi stessi, ma per qualcun altro. 
Allora lei, ti si mette davanti bene. 
Ti fa capire dove sei. 
Dove ti sei cacciato mentre eri preso dalla bellezza dell'entusiasmo. 
E va bene.
Solo che i sogni si realizzano con le azioni reali. 
Nessun sogno è diventato vero solo con l'emozione o il pensiero.
Così la realtà sta lì a ricordarti anche questo: fai cose vere, coerenti, materiche, pratiche.
Perché i sogni che restano in mente diventano asfittiche illusioni nel tempo. 
Quelli cui dai la forma e la forza di esistere nella vita vera diventano propulsione per nuovi obiettivi.
Diventano la vita che vuoi.
È vero, se puoi sognarlo puoi farlo.
Ma persino Walt (Disney) ha dovuto disegnare, animare e far capire il suo Topo (Mickey) a tante persone perché diventasse realtà! 

E ne ha presi di pugni in faccia. 
Tanti che Rocky in confronto diventa un pivellino di celluloide!
I sogni sono veri ma solo se li porti nella realtà! Con l'azione!

venerdì 9 dicembre 2016

LIFE COACHING: OBIETTIVI CHE TRASFORMANO. di Daniela Marrocco Coach Bari


GLI OBIETTIVI TI TRASFORMANO NELLA PERSONA CHE SEI DESTINATA A DIVENTARE

Per realizzare i tuoi obiettivi, devi trasformarti nella persona che può raggiungerli.
E' per questo che esistono loro: gli obiettivi.
Senza di loro non arriveresti MAI a diventare chi sei destinato ad essere.
Senza di loro NON potresti conoscere le risorse interiori ed esteriori che metterai in campo per arrivarci.
Non mi riferisco solo agli obiettivi POSSIBILI. 

Mi riferisco anche a quelli che appaiono lontani, difficili, quasi - e sottolineo quasi - IMPOSSIBILI.

Quelli sono i più importanti. 
Perchè sono loro che ti trascinano, ti attraggono, ti portano a sfidare te stesso sempre di più, fino a che pensi di non avercene più - ma ti resta infondo infondo infondo ancora qualcosa da dare - e poi tiri fuori un'idea, uno sforzo, una magia per arrivarci. 

Senza mai mollare.
E non perchè alla fine ci sia lui, l'obiettivo. 
Ma solo perchè ci sei tu in quell'OBIETTIVO.

Non tu ora, che mi stai leggendo. 
Ma TU, si, quel TU in cui ti TRASFORMI quando ci sei arrivato.
Perchè non sei più quello di prima. Sei cambiato.
Sei diventato un pezzettino di più quella persona che eri destinata ad essere.

E sai qual è il BELLO DI QUESTA AVVENTURA?
Che davanti ce n'è già pronto un altro di obiettivo. 
Un altro te da scoprire. 
Altri talenti da utilizzare. 
Altre risorse da svelare.
Un'altra NUOVA VITA POSSIBILE da realizzare.

Se anche tu vuoi trasformarti nella persona che raggiungerà il suo obiettivo, contattami.
L'azione fa la differenza!
d.marrocco@mastercoachitalia.com 

lunedì 5 dicembre 2016

LIFE COACHING: COMPROMESSO E FELICITA'. Di Daniela Marrocco Coach Bari

Quando la felicità ha un costo la chiami com~promesso. Non è più lei.. A volte basta sapere solo con cosa hai a che fare per comprendere cosa fare. D.M.
(reposted Dicembre 2013 | Da.Ma. Next Quotes)
Felicità...mi ci arrotolo su come un gatto sul tappeto..la respiro come l'odore di zucchero filato al luna park...la tocco come il cachemere caldo quando fuori fa freddo e ti stai avvicinando alla finestra della baita della vita (proprio quando è inverno) a bearti dei fiocchi candidi di neve..senza far rumore...
Tra le mani, cioccolata calda e i profumi esotici...Sensualità della felicità la chiamerei.

E' per questo che quella che indichiamo come felicità non può avere un costo. E' fatta di momenti che ci invitano a viversi. 
E' fatta di quei gesti che nascono spontanei ed eleganti, senza sforzo..è fatta di quelle emozioni che emergono saltellanti come acqua di sorgente zampillante dalla roccia..
E' fatta di quel SENSO di AUTENTICO che ti riporta a te.
Ci penso ancora..alla felicità. 
E penso che sia molto di più di una scelta. Perché..in quella, la scelta dico, si nasconde la rinuncia, il mettere da parte qualcosa di altrettanto importante.
La felicità è un'altra cosa. 
E' scegliere TE STESSO..
E' scegliere quella ARMONIA DI VALORI, PERSONE, COSE, EMOZIONI, ESPERIENZE che ti consentiranno di rinnovare la tua AUTENTICITA'...di scoprire il SENSO DELL'ESSERE.
Quando 2 cose opposte sembrano renderti felice, nessuna delle 2 è in grado di farlo veramente, interamente, completamente.
E' come spaccarsi in 2. 
E' come dire: non scelgo me per intero.
ECCO, questo penso. 
LA FELICITA' non ha un costo. HA UN GRANDE VANTAGGIO: RIPORTARTI A SCEGLIERE TE. 
LA FELICITA' è qualcosa per cui..anche se hai i capelli spettinati..è sempre tutto in ordine..
E' tutto e non è mai perfetta.

Foto: Okelley Ryden

martedì 29 novembre 2016

LIFE COACHING: SINDROME DI PENELOPE: QUANDO L'ATTESA LOGORA. di Daniela Marrocco Coach Bari

[SINDROME DI PENELOPE: QUANDO L'ATTESA LOGORA]

Sono cresciuta con narrazioni inusuali.
Mi ricordo che stavo ore ferma ad ascoltare la zia preferita a raccontare - e come lo faceva lei davvero nessuno - storie che sembravano mirabolanti avventure.

Io e mia sorella gemella restavamo incantate.
Non c'era niente che non rapisse la nostra attenzione in quell'attento e meticoloso tessere di parole che la zia era in grado di articolare, nemmeno fosse di fronte ad un telaio.



Per ironia delle metafore era proprio di una tela che amava raccontare e affabulare.
Io non sapevo che parlasse di EPICA né di letteratura antica.

Sapevo che c’erano alcuni personaggi: Ulisse, Penelope, sua moglie, e un certo Polifemo. 
Un gigante da un occhio solo che si faceva gabbare da Ulisse.
E lui, Ulisse, NON tornava mai a casa…stava in giro tra sirene, proci e Meduse non propriamente facili da descrivere a due bambine di 4 anni.

Quello che però la zia sottolineava con peculiare attenzione era il fatto che la brava Penelope teneva banco nel regno di Ulisse, suo marito, mantenendo intatta la sua virtù facendo e disfacendo una tela.

Di giorno tesseva e di notte la sfilava. In attesa che Ulisse tornasse.
Che poi Ulisse è tornato.

Perché ti racconto di me bambina?
Beh, in effetti perché mi piace ricordare questi momenti di calore intorno alle parole narrate da una zia che imprimeva amore attraverso la sua mimica facciale. 
Meglio di un film, credimi!
Era – ed è ancora – terribilmente brava ad affascinare con la sua capacità di tessere storie e trame che intrappolano la tua attenzione, fino a farti pendere dalle sue labbra ricamando emozioni su emozioni.
Finchè vuoi la fine dell’epica storia.

Solo molto più tardi ho scoperto della VERA STORIA di Ulisse e Penelope.
Fino ad allora erano la mia Cenerentola e principe azzurro.

Ed eccolo lì, il punto che mi ha risvegliato questa storia.
L’attesa.

Penelope aveva fede, non aspettava soltanto. 
Sapeva che la sua era strategia. Era furba, virtuosa e con due palle così.
Più telaio ovviamente.
Tenere a bada l’attesa del rientro di Ulisse di fronte ai suoi usurpatori era cosa da donna forte.

Solo che dopo di lei, questo concetto dell’attesa deve aver subito una strana metamorfosi.
Perché  si presenta in tanti modi l’attesa.
Nelle stagioni.
Nella gravidanza.
Nella vita personale.
Nella ambizione professionale.
Tutti ad attendere estati, bambini, amori, risultati.

Come forse sai, amo giocare con le parole, e l’ho fatto anche con l’attesa. Lo faccio tutte le volte che me la trovo davanti. 
Come Penelope.

Mi fermo e le chiedo quanto TESA è lei.
Perché sai, se non ci fai caso, te lo scrivo subito. 
Dentro di sé conserva la tensione.
Non è malvagia la tensione, sia chiaro.

Se hai un arco e devi scoccare la freccia, certo che ti serve una CERTA TENSIONE per farla arrivare al target.
Serve una CERTA tensione verso le cose cui tieni veramente.

Solo che sta benedetta ATTESA talvolta TENDE così tanto, che ti dimentichi del target, dell’obiettivo, di ciò che “dovrebbe arrivare”.
E si. Pensaci un momento.
Recupera tutte le attese della tua vita. 
Da quelle piccole a quelle più importanti.
Eri Penelope o Godot?

Eri di fronte al tuo telaio fiducioso di una strategia e di una serie di azioni apparentemente senza senso che costruivano un progetto, oppure eri di fronte ad una panchina ad attendere non si capisce chi o quando?

Ecco questo è.
L’attesa a volte si tramuta in un alibi.
Un meraviglioso alibi per restare a guardare cosa accade. 

E il problema più grande è che NON ACCADE NIENTE.
Perché? 
Perché TI MANCA una cosa su tutte.
Il focus, un obiettivo vero, qualcosa cui TENDERE DAVVERO.

Te lo dimentichi quando l’attesa è stata così tensiva da sfiancarti, perché non ne puoi più di aspettare: chi o cosa poi?
Te lo dimentichi che l’unica persona che può ATTENDERE e TENDERE sei tu, MA devi sapere bene VERSO COSA.
Quel VERSO è tutto il SENSO in cui ti dirigi.
Sei una freccia che va scagliata, certo. Ma decidi bene verso cosa.
Se no finirai nel nulla o a prendere ciò che capita.

L’ATTESA non serve sempre.
Penelope lo sapeva così bene che si era impegnata a fare qualcosa: certo la disfaceva di notte, ma consapevole del suo piano.
E aveva una cosa in più: la FEDE.

Poteva andarle male, diciamolo.
Lei però non se lo poneva poi troppo il pensiero, perché era orientata a difendere il suo regno, la sua città, la sua virtù. 
Era impegnata a fare se stessa e agiva prima di tutto per SE STESSA.
Non era lì per un Godot che non sarebbe mai arrivato, verso il quale non aveva altro che indizi.

Sapeva chi ERA PENELOPE, e lo tesseva nelle sue trame.
Mentre Ulisse costruiva altre storie e altre avventure per mare.
Esisteva oltre Ulisse.

Ecco questo è il senso dell’ATTENDERE: ha valore solo se serve e se è parte di un progetto.
Vale la pena attendere.
Diversamente smetti di attendere e inizia a far ciò che serve: per realizzare, pensare e azionare un progetto tuo, che dipenda SOLO da te.

Solo tuo. 
Da condividere poi, con l’Ulisse -  o la Penelope – che riabbraccerai, il giorno giusto, dopo l’attesa.

giovedì 24 novembre 2016

LOVE COACHING - PRIMA REGOLA DELLA RELAZIONE: FAI "ATTENZIONE". di Daniela Marrocco Coach Bari

Pensavo in questi giorni ai rapporti di coppia.
Se ci fai caso, gran parte dei problemi che avvengono all'interno di una relazione sono legati ad 1 elemento importante: l'ATTENZIONE.
Non sto solo parlando di quella attenzione che è alla base del vivere quotidiano e civile.
Mi riferisco ad una qualità di attenzione davvero particolare: quella che se ci pensi bene assomiglia alla #cura.
Perchè essere attenti in un rapporto di coppia vuol dire molte cose.
  • Vuol dire leggere gli stati d'animo dell'altro;
  • vuol dire anticipare le sue preoccupazioni ed empatizzare prima che si acutizzino e diventino causa di malessere;
  • vuol dire esserci, avere presenza;
  • vuol dire sapere cosa fare o NON fare nel momento opportuno;
  • vuol dire realizzare una comunicazione produttiva.
  • Vuol dire star meglio INSIEME.

Certo, replicherai: è un gran dispendio di energie.
Beh, in effetti si. 
Non posso dirti che ESSERE ATTENTI significhi NON investire energie.
Solo che nel tempo, l'investimento è molto più valido dello spreco di energie che impieghi nel:
  • litigare,
  • discutere,
  • avere ragione,
  • imprecare,
  • restare arrabbiato,
  • e quelle altre 100 cose che non avrebbero avuto senso se SOLO ti fossi reso conto PRIMA di cosa stava succedendo.

Se SOLO avessi, appunto, fatto ATTENZIONE.

Perchè essere attenti NON è sempre dovuto, ma è parte della CURA che riservi a chi ami.

E' saper comprendere quando è il momento di CESSARE L'IO 
per scivolare nel TU 
e poi ritornare nel NOI.

Ecco, questa è l'ATTENZIONE.
Un modo per ritornare al NOI, all'intimità e alla complicità.
E per farlo, devi essere pronto a fermarti un momento e chiederti: 
QUANTI IO HO PRONUNCIATO nell'ultima discussione, conversazione o dialogo intrattenuto?
Se sono più di 3...bene. Allora è il caso che tu faccia ATTENZIONE.
Solo perchè è lei, l'ATTENZIONE, una forma di cura, di relazione, di comunicazione, di AMORE.

venerdì 18 novembre 2016

LIFE COACHING: CI SONO PERSONE CHE NEMMENO MASTERCARD di DANIELA MARROCCO COACH BARI

[CI SONO PERSONE CHE NEMMENO MASTERCARD]
La conosci anche tu MasterCard.
Non è della carta di credito che voglio parlarti ma del suo claim, di quel #priceless che abbiamo adottato tutti ogni giorno per definire qualcuno, qualcosa o una esperienza che è così preziosa che NON puoi darle un prezzo!
Ecco, nella mia esperienza conosco persone così. Non sono molte sia chiaro.

Ma conosco alcune persone che sanno fare qualcosa che, alla fine dei giochi, è proprio cosi: priceless!
Vuoi riconoscerle anche tu, vero?
Beh, hanno in effetti qualche tratto in comune.

👉A) sanno guardare e leggere le persone, tanto da intercettarne i desideri, anche quelli più profondi. Quelli che si celano tra dubbi e paure, tra ansie e voglia di mollare. E loro, non mollano e ti tirano fuori persino le budella.Ti rivoltano come un calzino, che nemmeno lo hai chiesto. 
E lo fanno perché il tuo desiderio ti illumina e ti accende.
Pensi sia sufficiente? Non lo è.Perché questo tipo di persone ha ancora altro.
👉B) sanno aiutarti a mettere ordine una volta che ti sei ribaltato un po' a ritrovarti. Ti aiutano a mettere a posto metodo e ti aiutano a darti una direzione. Ad una sola condizione: che tu ci sia. Che la tua presenza sia dedita e costante. Non per loro soltanto (poi dipende dal tipo di relazione che hai con loro), ma per te sopratutto.
Non ti basta ancora? Ecco ancora un terzo punto.

👉C) sanno comunicare #certezza! Si, lo so. Le conosco tutte le menate mentali che siamo tutti sotto lo stesso cielo, del doman non c'è certezza e chi vuol essere lieto sia, e ci illuminiamo di immenso! 
Intendo quel tipo di certezza che parla il linguaggio dell'esperienza, dei dati, del pragmatismo, e della competenza! Mai troppo intrisa di prosopopea! Perché ... e andiamo a
👉D) perché .. dicevo... sanno ascoltare, sentire, capire, darsi certezze ma non troppo, sempre pronti ad imparare. Anche da te, si! Tu che stai leggendo e che pensi di NON aver incontrato mai una persona così.
E sai una cosa?
Forse hai ragione.
La maggior parte di queste persone è qualcuno che ha avuto tanto dalla vita, o magari NON ha avuto ciò che serviva davvero... una famiglia solida, altri una solidità economica ... e allora sai cosa hanno fatto?

Hanno
Giocato
A
Scacchi 

con la vita 
e hanno conquistato 
la Regina per dare scacco matto al Re! 

Chiunque fosse nell'altro capitolo della loro vita!
Si sono messi a girare le pagine stropicciate e tristi del passato e si sono fermati a pensare: quello era passato!
Ma questo è il MIO PRESENTE!
E si sono regalati tutto Ciò che non avevano osato nemmeno chiedere!
Se lo sono presi!
☝️E si sono messi di impegno a insegnarlo agli altri.
Più o meno consapevolmente!
Altri girano in tondo ancora a quel passato, anche se hanno avuto tanto... e invece di giocare a disegnare nuova vita, tentano di competere con quella precedente.
In un tempo impossibile che è l'oggi!
Io le conosco alcune di queste persone speciali, che profumano di #leadership e respirano entusiasmo!
Qualcuna ha persino una vaporizzata di #carisma!
Non sono così lontane forse e nemmeno così poche!
Solo che alcune non ricordano più chi sono e meh che meno chi avrebbero potuto essere!
O forse leggendo tutto questo te ne sei accorto anche tu!
Qualcuna l'hai riconosciuta anche tu!
👇Perché in qualche modo tu, si proprio tu, per il mondo che conta per te puoi già essere #priceless e autentica ispirazione!

martedì 25 ottobre 2016

RI-MORSI E RIMP-PIANTI. Di DANIELA MARROCCO COACH BARI

RI-MORSI E RIMP-PIANTI.

Mi sono sempre divertita con le ambiguità del linguaggio.
A prescindere dal loro significato comune, alcune parole hanno un potere trascendente il loro senso.
Rimorsi e rimpianti nascono insieme per quanto so. 
Spesso nella mia adolescenza le mie amiche del cuore (e non avevamo fb... lo erano davvero e oggi ancora lo sono) usavano dire come slogan di indipendenza emotiva: meglio un rimorso che un rimpianto.
Nell'insieme non male come idea. 
Nel Coaching poi fai presto a trasformarlo in una forma di decisione presa, il rimorso intendo. 
Un atto di coraggio e di responsabilità comunque vada.
Auspicando che di rimorso non si parli mai, PERCHE' HAI FATTO LE SCELTE PIU' GIUSTE.
E poi c'è lui, il più temuto di tutti: il RIMPIANTO. 
Perché ha un sapore che definirlo amaro pare veramente poco. 
Una medicina di cui faresti a meno, ti dici. Ma qualcuno ti è toccato portarlo a casa.
Anche lui, come il RIMORSO, è frutto di una scelta. 
Solo che mentre il primo ti MORDE le labbra per la ca**ata che hai fatto è che - se puoi - ti tocca riparare ... il secondo non ti lascia nemmeno il tempo di recupero.
Match terminato. 
Non c'è replica nel rimpianto. 
Non si può riparare. 
Non puoi tornare indietro. 
È peggio di una freccia scagliata.
Va ed è finita lì.


Perché è solo in quel tempo -la fine - che riconosci il rimpianto.
Ha pure lui appuntamento con il futuro.
Ci penso spesso al rimpianto. 
Grazie a diverse connessioni non ne ho ancora se non qualcuno, seppure importante.
Però, talvolta, ci sono scelte che fai, anche e non solo per amore, che ti portano con la mente li, al possibile verificarsi del rimpianto.
📌E invece di piangere, ti trovi a pensare: e se tutto ciò che pensiamo sia rimpianto non fosse altro che un messaggio della nostra missione?
📌Se tutte quelle esperienze che hai trasformato in rimpianto nascondessero un messaggio sul PERCHÉ sei qui?
Ci penso a volte .. e in effetti quasi tutti i rimpianti che ho incontrato nelle storie altrui sembrano messi viaggiatori dal futuro pronti a darti la lezione delle scelte future!
Come un seme da Rim-piantare con le gocce di lacrime e sudore.. quello che hai sprecato mangiandone il sale.
✔️E se ci fosse davvero un messaggio nel tuo rimpianto, quale sarebbe?
Dedicato alla mia Sara ❤️🙏🏻🌺

domenica 16 ottobre 2016

LETTERA ALLE CENERENTOLE: FIRMATO IL PRINCIPE AZZURRO. Di Daniela Marrocco Coach Bari

Cara Cenerentola,
si, dico proprio a te. 
Cara Cenerentola. 
Che nome poi: cenerentola. 

Come stai innanzi tutto?
E’ trascorso un po’ di tempo dall’ultima volta che ci siamo intravisti. 
Forse nelle pagine di un libro di favole. 
Dovevi avere all’incirca 4/5 anni…forse qualcosa in più.
Da allora, mi hai cercato in ogni dove. 

Ti hanno raccontato diverse versioni di me. 
Che esisto. 
Che NON esisto. 
Che non sono poi così intelligente. 
Che sono bello si, per carità. 
Che ho avuto così tanto da fare da essermi dimenticato di passare a prenderti. 
Che sono stato solo una invenzione per far apparire più gentile la vita sentimentale che ti aspettava. Che – ammesso che io esista – non so lavare i piatti, non ho un araldo, non sono figlio di un re, non ho probabilmente una mamma.

Prima di Shreck ero il tuo ideale. 
Poi ci ha pensato anche lui a ricordare al mondo che ero un cretino che si beava della sua immagine in pieno stile Narciso e totalmente incapace di guardare oltre il suo naso, con una madre – qui la scopro – impegnata a lastricarmi la strada delle relazioni in ottica di mero interesse.
Di amore poco e nulla.

Ora, mia cara Cenerentola, è TEMPO che IO ti sveli qualche verità. La mia.

Vedi..se fai attenzione a tutte le favole in cui gentilmente si sono premurati di inserirmi (me e i miei pari, si intende…non sono da solo) potrai notare che della mia storia sono tutti poco interessati.
Non fanno altro che darmi ruoli da salvatore, neanche fossi un medico che risveglia dal coma un paziente, per il solo fatto che guardando la principessa me ne innamoro.

HAI UNA VAGA IDEA DI COSA ACCADREBBE OGGI SE FACESSI UNA COSA DEL GENERE? TI PIACEREBBE?
Direi di no.
Te lo spiego subito.
Se mi presentassi di fronte a te, dicendoti che mi sono perdutamente innamorato dei tuoi occhi e del tuo sguardo, del tuo odore, della tua sola capacità di innalzare una mano con l’eleganza di una farfalla in volo, temo che mi guarderesti e diresti: SCUSA MA TU CHE VUOI? CHI SEI? CHI TI HA MAI FILATO? Ma vedi questo…pensi che basti solo questo perché io te la dia?

Ecco…ora vorrei che tu ti fermassi un momento. 
Stai lì, ore ed ore a cercarmi. 
A chiedere al mondo e all’universo di trovarmi. 
Preghi di notte che io arrivi sotto casa tua non più con un cavallo – e ci mancherebbe pure, oggi è pure difficile trovarlo – ma con un’auto. 
A seconda dei casi nemmeno una Porsche, perché non vuoi dar a vedere che l’AMORE è MATERIALE. Tu badi alla sostanza.
Ecco pensaci un momento. 

Mi cerchi, piangi, ti disperi perché i miei simili NON SONO ME.

Però oggi ti chiedo: SAI CHI è ME?

Sai veramente CHI SONO? 
Hai una idea di cosa voglio, cosa mi piace e dove sono i miei interessi?
(eccolo lì il solito egoista...penserai)...E no. Ora mi leggi bene.

Perché se mi cerchi tra i libri, tra le storie degli altri, tra le idee della tua fantasia o tra i volti di Facebook, stai davvero sbagliando strada.

VOGLIO SVELARTI UN SEGRETO. MI SONO NASCOSTO
Forse anche un pò involontariamente.
Sei COSI’ TREMENDAMENTE IMPEGNATA a cercare una persona che non sai nemmeno cosa ama o chi sia..ti sei così concentrata su ciò che vuoi tu, che non ti sei accorta che l’AMORE si fa in 2.
Vuoi che ti rapisca, ti sorprenda, che compaia davanti ai tuoi occhi PERFETTO, come nei tuoi desideri.
E si, cara Cenerentola…ho lottato per te. 
MA NON TE NE SEI NEMMENO ACCORTA nel tempo. 
Eri troppo impegnata a fare la tua vita, creare la tua indipendenza, dimostrare che sapevi fare senza di me, che si vive bene da soli…per poi arrivare alla conclusione che NON C’ERO AL TUO FIANCO.

Io ho lottato per affermare il mio essere al tuo fianco. Ma non te ne sei accorta affatto. 
Sono stato premuroso, gentile, presente…ma non abbastanza UOMO. 
Non avevo le cose tutte a posto come volevi tu.
O se le avevo, duravano il tempo di un innamoramento. 
E poi, hai cominciato a CHIEDERE ciò che man mano mutava per naturale evoluzione di un rapporto. 
Hai cominciato a NOTARE SOLO LE MANCANZE, svestendomi di questa calzamaglia BLU (non sono Roberto Bolle, mettitelo bene in testa!).

Ed eccomi qui. Vuoi sapere chi sono oggi?
Mi sono nascosto tra diverse specie di UOMINI. 

In particolare, mi sono nascosto tra quelli che chiami ANAFFETTIVI, quelli che si impegnano ma fino ad un certo punto, quelli che ti danno tanto, anche materialmente, ma che non ti restano fedele, perché QUALSIASI COSA FACCIANO NON E’ MAI ABBASTANZA.

Sono tra quelli che NON NE POSSONO PIU’ di essere incastrati nel clichè del marito o fidanzato inadeguato perché non fa quello che ti aspetti e lo dici davanti agli amici a cena.

Sono tra quelli che quando lavorano, lo sposano il lavoro, pur di avere un luogo in cui ESSERE ANCORA il PRINCIPE, quello che ha senso, ruolo, forza.

Te lo sei mai chiesto? 
Un principe azzurro ha una caratteristica importante: è una persona.

Come posso essere il tuo principe azzurro SE non mi DAI LA POSSIBILITA’ di fare l’UOMO? Come faccio ad essere il tuo principe se mi vedi come un uomo che non ha nemmeno “le palle” di decidere di mandarti al diavolo – e te lo meriteresti?

Se abbiamo avuto la fortuna di incontrarci e magari sposarci, l’unica dote che mi resta è fare il BUON PADRE. Se me lo permetti, ovviamente.

Allora, mia cara Cenerentola, lascia che ti dica una COSA.
IO ESISTO. CI sono …e posso essere pure meglio di CHRISTIAN GREY e delle sue 50 Sfumature di Grigio (meglio l'azzurro, infondo), anche nella stanza dei giochi. 

Sono meglio di come mi hai costruito e distrutto nella tua fantasia. 
Sono meglio di quello che ti aspetti, meglio dei tuoi desideri, meglio di quello che immagini. 
E sono tanto così MEGLIO che NON hai la forza di vedermi. 
Perché tu NON VUOI IL MEGLIO, vuoi quel clichè che hai chiamato PRINCIPE AZZURRO…

E allora sai cosa faccio? 
Mi trovo altre donne, che non sono Cenerentola. 
Mi trovo una di quelle donne che non hanno cercato un principe perché non sono Cenerentola, 
ma quelle che vivono guardandomi nudo, senza calzamaglia e non fanno una piega. 
Va bene così. Pacchetto completo.

Mi trovo una DONNA che non ha più bisogno di cercare le favole o credere alle favole, perché CON ME e INSIEME A ME, decide che vuole una STORIA VERA: e non è semplice una storia vera. 

Ci sono distanze, difficoltà, impegni…ma anche AMORE. 
Perché la stortura delle favole è che le racconti solo dal punto di vista di Cenerentola. 
E io, PRINCIPE AZZURRO, mi limito ad essere una COMPARSA che deve solo risolvere problemi e farlo bene, perché tu sorrida.

E no, mia cara. Il tempo non è cambiato solo per te. Tu non sei più vittima – e chi te lo faceva fare poi  - delle tue sorellastre o della matrigna. 
Sei lì a smanettare tra face book e tinder (se sei single) per trovarmi…e hai sbagliato tutto.

Non me ne importa nulla dei social. 
Non che io non li usi. Anzi. Mi ci nascondo. Mi diverto.

Ma quello che cerco è una DONNA che sappia guardarmi DENTRO e mi ACCETTI per quello che SONO  a nudo. Perché pure io senza sta calzamaglia potrei aver paura di essere nessuno.
Per quello me la sono tolta. 
Per quello non mi troverai nell’AZZURRO. 
Mi troverai tra gli uomini normali, veri, rotti talvolta. 
E non ti chiedo di salvarmi. Non ci provare nemmeno. Non mi interessa invertire i ruoli. 
Non mi interessa che mi SALVI (DA COSA POI?) 

Mi interessa che guardi dentro anche il NON PERFETTO che è in me e che te ne innamori, come io mi innamoro di te ogni giorno che ti sei fatta trattare male da chi c’è stato prima di me…e mi fa arrabbiare non esserci stato a proteggerti.
Voglio che mi accetti per come sono. 
Ti chiedo pazienza. 
PERCHE’ senza la calzamaglia talvolta non c’è balletto, c’è solo passo a due…c’è anche fatica. 
E nella fatica è più difficile AMARSI. Ma è stupendo al contempo.
Voglio vederti sorridere. Voglio sapere che SONO IO a fartelo fare. 
Voglio sapere che quando torno ti emozioni e che sono l’unico a riuscirci in quel modo. 
Voglio essere il tuo complice. Voglio prendermi cura di te, lasciandoti gli spazi che ti servono per crescere te stessa. Voglio essere la tua costante voglia di esplorare perché conoscersi è l’esperienza che voglio condividere. E voglio darti il piacere unico che sa far nascere nuova vita.

Ecco mia cara Cenerentola. Questo sono io. Vuoi trovarmi? 
Inizia a guardare oltre le calzamaglie, oltre le favole, oltre la tua presuntuosa idea di essere Cenerentola. 
CRESCI IN FRETTA, perchè quei 4/5 anni sono passati da un pezzo. 
Impara ad accettarmi come UOMO. 
Inizia ad ascoltarmi davvero.
Perché sono ad un tiro di schioppo da te. Senza cavallo…forse seduto davanti a te.
Datti da fare, se davvero mi vuoi trovare. Io già ho iniziato. Ma l'AMORE si fa in 2.


Firmato
Il principe Azzurro