sabato 26 gennaio 2013

SINGLETUDINE: SARA' MICA UNA LETTERA SCARLATTA? (D. Marrocco Coach)

SINGLETUDINE: sarà mica una lettera scarlatta?

Diciamolo. Single è uno stato sociale diffuso.
Uomo o donna che sia.
Da Sex&theCity e New York City la SINGLETUDINE è uno stato che caratterizza. C'è poco da fare.

Sulla carta di identità ci si riferisce ai Single come "liberi". 
E non per citare una nota pubblicità, ma ci chiediamo: LIBERI DI ?

Perchè a dirla tutta, ma proprio tutta, i SINGLE non sembrano così liberi. A raccontarla in vero i single sembra che abbiano il MARCHIO di "conquistatori incalliti" (pour homme) e quello di "navigate man-eaters" (pour femme).
Non molto tempo fa ero intenta a rivedere il rimaneggiamento cinematografico del libro di Fabio Volo - Il giorno in più.
Ed è lì che mi sono accorta che a latere di tutto, SINGLE è uno STATO che genera business, ma è soprattutto un'etichetta che imprigiona in una confenzione dall'appeal controverso le persone "affette" da questo stato.
Ora, se l'etichetta è per: crociere, siti di incontro, clubs, speed dating, serie televisive, films, vacanze a tema, ok. E' perfetto.
Infondo, come Coach, aiuto ogni singola persona a trovare ciò che è meglio per lei.
Ma mi chiedo: quando è che SINGLE diventa una discriminazione?
Il single di fatto viene associato ai seguenti luoghi COMUNI: 
a) Può fare straordinario e rimanere di più a lavoro (tanto non ha una famiglia nè un partner);
b) è di fatto una persona dalla precarie responsabilità, altrimenti per parere comune avrebbe una minima idea di impegno con qualcuno;
c) (Per lui)  può uscire e far tardi la sera più di altri, perchè notoriamente è un viveur incallito se non un Peter Pan recidivo.
d) (Per lei) Esce e non può comprendere le necessità di una mamma con figli perchè non ne ha.
Potrei continuare all'infinito. Il punto però è del tutto diverso.
La SINGLETUDINE, che ci crediate o no, diventa per alcuni uno stato di necessità forzata (ma saranno in pochi ad ammetterlo).
Non credete ai SINGLE che vogliono rimanere tali. 
Nessuno vuole rimanere davvero solo (generalizzazione forzata, escludendo eremiti e spiritualisti).

Ed è pur vero che un single impara a stare da solo. Forse troppo.
Perciò per tutti quei SINGLE che VOGLIONO modificare la propria situazione, ho alcune provocazioni:
a) imparate a far da soli, ma anche ad accettare ciò che viene da fuori: che sia un aiuto, un abbraccio, una forma di cura. Spesso nel mio lavoro osservo persone single che si beano della loro indipendenza. Va bene essere indipendenti, naturalmente. Meno se diventa ostacolo ad una relazione. "Sono abituato a far da solo/a" non può essere una culla in cui restare per difendersi dalle delusioni;
b) mentre si è soli ci si conosce, ma neanche troppo. La relazione FA BENE. Ci si conosce anche attraverso gli altri. Perciò, è bene sfidare se stessi in esperienze che ci portino anche un pò lontano rispetto al "io sono fatto/a così". Questa affermazione è falsa quanto inutile. Non siete un cartone alla Jessica Rabbit. 
c) trovare l'anima gemella NON è il sogno di tutti, ma di molti. Se non è il vostro, va benissimo. Ma non vi ostinate ad essere diversi. Non servono solo principesse e principi azzurri. Anche cacciatori, orchi, orchesse, cattivi...Insomma. Siate chi volete essere, ma rendetevi conto solo se SCEGLIETE DAVVERO di essere SINGLE, oppure state utilizzando la condizione per giustificare una "paura" di fondo. Di solito nota con il nome di Delusione.

E se in tutto questo amate i vostri spazi, ma al tempo stesso volete condividere la vostra vita con qualcuno, ricordate di IMPARARE CHI SIETE e che si può CHIEDERE.
CONOSCERSI DAVVERO rimane l'arma di SEDUZIONE più importante. Anche verso noi stessi.
Single, infondo, è l'inizio di una storia d'amore con se stessi, che deve e può lasciare spazio anche ad altro - o altri.
Perciò, al prossimo: "Fai tu il lavoro, tanto non hai nessuno che ti aspetta a casa", prendetevi tutto il tempo e la voglia di rispondere: "Ho un impegno con la persona più importante della mia vita: ME". E andate a VIVERE.
Infondo, ME è una ottima ragione per VIVERE.

venerdì 11 gennaio 2013

Relazioni di coppia: come far durare una relazione. Parte 2 Daniela Marrocco | Love Coach

Relazioni di coppia: come far durare una relazione. Parte 2
Daniela Marrocco | Love Coach




Ed eccoci a qualche piccolo utile consiglio per rivitalizzare la coppia.
a)AVERE TORTO O RAGIONE:  prestate attenzione nelle discussioni. Avere torto o ragione rappresenta un merito della mente, non certo del sentimento. Ragione o torto che abbiate in una discussione, impegnarvi nella lotta non vi porterà il successo né la soddisfazione che auspicate. L’effimero e il senso di colpa sono dietro l’angolo. Come andare oltre: datevi la possibilità attraverso il dialogo e l’ascolto di comprendere l’altrui punto di vista e trovate una posizione intermedia in cui entrambi risultate soddisfatti. Si può anche negoziare in termini di tempo.
b)SINCERI A TUTTI I COSTI: la sincerità è importante e le bugie ahimè sono davvero poco attente nel non farsi scoprire. Perciò ricordate di darvi la possibilità di parlare apertamente con il partner, in particolare per le questioni importanti. Stabilite delle priorità su ciò che è importante per entrambi e condividete. La sincerità è spesso un atto di fiducia. Tuttavia non è necessario dire “ogni singola cosa”. Abbiate la comprensione e l’apertura mentale di realizzare che alcune cose possono rimanere vostre, del singolo. L’importante è che siano di impatto molto relativo sulla dimensione di coppia.
c)GELOSO/A IO?: la gelosia è un’emozione graduale. A seconda della sua intensità dà vita a comportamenti che possono risultare vagamente piacevoli a indiscutibilmente insopportabili. E’ fondamentale sapere come gestire la gelosia quando si rivela eccessiva o castrante per uno dei partner ed essere consapevoli che ha a che fare con due elementi importanti: la vostra fiducia in voi e la fiducia nel partner. Se non vi fidate di voi e del partner la vostra relazione avrà poca possibilità di sopravvivere.
d)STARE SEMPRE INSIEME: d’accordo la vita di coppia è una. Ma le persone coinvolte sono 2. Trovate una dimensione PERSONALE in cui riconoscervi e soddisfare autonomamente la vostra personalità attraverso esperienze ed interessi per voi utili. Le esperienze che i singoli compiono sono un arricchimento nel momento della condivisione della vita di coppia. Vi darà la possibilità di confrontarvi con il mondo e magari, di apprezzare ancor più la persona che vi sta accanto. Ma soprattutto, vi regalerà quello spazio di intimità con voi stessi, così utile a trovare un equilibrio personale che dipende solo da voi.
e)CONFLITTO E COMUNICAZIONE: Se pensate che non litigare faccia bene alla coppia, beh devo dirvi che non è esattamente così. Il conflitto è uno stato NATURALE della relazione. Litigare è una delle modalità. Anche qui si tratta di come farlo. E rendersi conto che quando si litiga alcune parole e pensieri ci toccheranno diversamente e saranno molto più impattanti. Questo non significa che tutto ciò che udiremo o diremo sarà vero. Perciò, imparate a discernere i momenti: a comprendere che è umano stra-parlare ma che è anche meraviglioso riprendere ad ascoltare e sentire veramente cosa non va. Lasciate solo che passi un po’ di tempo. Dopo un litigio, è naturale che “ad ha passa’ a nuttata”, soprattutto per l’universo maschile.
f)PRESUNZIONI E LETTURE DELLA MENTE: è forse uno dei veleni peggiori della coppia. Ma anche un compiacimento che dà sicurezza. Quante volte abbiamo detto “so cosa stai pensando” presumendo la conoscenza assoluta del nostro partner. Quanto compiacimento custodito in una frase. E al tempo stesso, mai frase fu meno vera. Perché, signori e signore, voi CAMBIATE. Presumere di sapere SEMPRE, in ogni singolo momento/occasione/situazione cosa sta pensando il vostro partner equivale a dire che NON PENSA, che NON CAMBIA e soprattutto che è prigioniero della vostra idea di lui/lei. DATEVI la possibilità di SPERIMENTARE LA SORPRESA. Male che vada vi sorprenderà nel dire le cose in modo diverso.
g)INGERENZE ESTERNE: attenzione alle ingerenze esterne. La coppia come sistema non può essere inquinato da voci esterne se vuole essere equilibrata. Suocere, amici/amiche possono esprimere opinioni. Che tali rimarranno. Ricordate: è fondamentale creare COMPLICITA’ e INTIMITA’ nella relazione. Un’intimità che non è solo sessuale, ma soprattutto di intenti, obiettivi comuni. Un po’ come “guardare insieme nella stessa direzione” .
h)SESSUALITA’:  nelle coppie consolidate o con figli questo è spesso un argomento scottante. La sessualità diventa spesso un impegno ingombrante, una necessità diversamente vissuta e condivisa. Spesso non vissuta affatto. In mezzo ci sono i figli: fisicamente, a volte e nel letto. E’ importante trovare luoghi (fisici e non) e modi per alimentare creativamente il desiderio. Un modo per prendersi cura di sé e dell’altro e riscoprirsi. La sessualità è l’energia da cui siamo nati. Ed è importante prendersene cura affinché diventi uno dei collanti di una buona vita di coppia.

E infine il più importante di tutti: SORRIDETE E DIVERTITEVI INSIEME.
E per ora chiudiamo qui, sebbene l’Universo delle coppie non sia riducibile a pochi consigli.
Ma da qualche punto bisognerà pur iniziare. Anche se il bello è che c’è sempre ancora tanto e di più da scoprire.

Relazioni di coppia: come far durare una relazione. Parte 1 Daniela Marrocco Coach


Relazioni di coppia: come far durare una relazione. Parte 1
Daniela Marrocco | Love Coach

Ammettiamolo.
In questo momento far durare una relazione di coppia diventa sempre più complicato.
Mettiamo in atto una serie infinita di dinamiche che ci portano a pensare che amare qualcuno non sia infondo a scapito di noi stessi.
Ma dove finiamo noi e dove inizia l’altro? Qual è il limite che segnala il confine tra l’amore per noi stessi e quello per l’altro?
Non è inusuale notare che in passato, neanche troppo lontano – basta chiedere ai nonni – una relazione durava anche oltre i 50 anni. Pardon, un matrimonio. Perché c’era una promessa di mezzo. Perché c’era l’impegno a mantenerla.

Il punto è che oggi parole come ‘promessa’, ‘impegno’ suonano come catene alla nostra spiccata e meritevole individualità che brama per essere riconosciuta.
Così, nel tempo della relazione, dopo i primissimi – sempre più brevi – tempi di idillio e condivisione ha inizio il film della lotta alla definizione dei propri spazi e del “respiro” che manca ad uno od entrambi i partners, tanto più e meglio se condividono anche la stessa abitazione.

A questo punto, cari partner è fondamentale ricordare che avete due opzioni (in realtà anche più d’una, ma il dualismo è premiante quando si tratta di semplificare
Avere intenzione di recuperare il rapporto o mantenerlo in una migliore dimensione.
2      Interrompere la relazione e ognuno per la sua strada.
Per la seconda opzione a seconda del tipo di impegno (matrimoniale o meno che sia) il consiglio è di mettere in ordine emozioni e cose, prima di lasciarsi. Magari ricorrendo finanche a figure professionali di supporto: mediatori , consulenti familiari.

Se invece avete intenzione di mantenere la relazione e avere una seconda migliore chance di VITA DI COPPIA eccovi qualche buon consiglio.
Ricordate: ci si incontra e ci si sceglie la prima volta, ma si cambia.

In questo senso NORMA & PHILIP BARRETTA (trainer internazionali e terapeuti esperti nelle relazioni di coppia- coppia a loro volta nella vita da più di 50 anni)  parlano di più matrimonio in uno. Ogni matrimonio rappresenta uno stadio della relazione in cui entrambi rivalutano se stessi e il partner, per potere convalidare o eventualmente aggiornare/adattare/modificare i patti espressi e non di una relazione iniziata molto tempo prima.
Non si tratta di una messa in discussione con l’obiettivo di sciogliere voti o interrompere la relazione.

Piuttosto di una presa di coscienza del fatto che CAMBIAMO.
 La nostra mente, i nostri pensieri, il nostro atteggiamento, chi siamo.
Si modifica incessantemente.
Ed è importante darsi lo spazio per RI-CONOSCERSI nuovamente e comprendere se ci si SCEGLIE ANCORA, E ANCORA E ANCORA.  
continua...


COACHING IN PILLOLE | COACHING PILLS #1

"Non credere a tutto ciò che PENSI" - "Don't Belive everyThing you Think"
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giovedì 10 gennaio 2013

CONQUISTE E RELAZIONI: SERVE IL TOM TOM (Relazioni di coppia e affini) di Daniela Marrocco Coach

CONQUISTE E RELAZIONI: SERVE IL TOM TOM (Relazioni di coppia e affini) 
di Daniela Marrocco Coach

Oggi mi ispiro ad un post letto su Facebook in merito ai trucchi e alle strategie meticolosamente suggerite per  potere conquistare un uomo o una donna.
Interessante comprendere come in alcuni assiomi proposti vi sia tutta la SUMMA e la SAGGEZZA POPOLARE che tra musica, detti e film si fa strada tra i nostri pensieri e si siede a troneggiare per darci indicazioni preziose per conquistare la nostra LEI o il nostro LUI.

Nella mia esperienza di coach e mediatore familiare - oltre che di persona, si intende  - ho appurato che questi TOM TOM delle RELAZIONI hanno lo stesso difetto delle cartine stradali. Poco affidabili se CAMBIA IL SENSO di marcia. O magari qualche strada si è CHIUSA. O ancora è stato annullato un incrocio a beneficio di un rondò, cancellando qui e lì svincoli o altro.

Bene, è interessante scoprire come tutto quello che leggete o che vi verrà raccontato in termini di STRATEGIE da adottare sarà vero finchè dura. 

Volete DAVVERO conquistare qualcuno?
Perchè mi viene spesso il dubbio, quando ricevo alcuni clienti in cerca di una stabilità di relazione, che il punto non sia proprio la CONQUISTA, piuttosto la PERMANENZA della PREDA.
Siamo d'accordo, non siamo in giungla nè tantomeno in una battuta di caccia, ma è proprio questo da considerare. Quando vogliamo conquistare qualcuno la strategia può essere importante. 
Si tratta di valutare CONTESTO, COMPORTAMENTI EFFICACI, RISULTATO DESIDERATO e OPERARE.
Facile, giusto?
Molti di voi si fermeranno e penseranno: ehi, ma così è semplicisitico. 
Avete PERFETTAMENTE RAGIONE. 
Perchè per la battuta di caccia vi mancano due cose. un'arma (metaforicamente parlando, ovvero un talento, una capacità particolare) ma soprattutto la CONOSCENZA di voi che interagite con tutto il resto.
A questo punto, abbondono volentieri la metafora 'conquistadora' per spostarmi su un paio di concetti fondamentali.
Fate un giro per quei manuali di relazione, o tra i film o ancora nei testi musicali. 
Ascoltate e leggete attentamente. E dopo esservi fermati un momento, pensate attentamente. 
Cosa è che li accomuna? Al di là della trama, cosa è che è veramente importante?
Che sia "Hitch", "La verità è che non gli piaci abbastanza", o ancora "Manuale d'Amore", o pubblicazioni come  "Lui viene da Marte e lei da Venere"...la questione si riduce ad un unico punto.

Non potrai MAI avere il RISULTATO CHE VUOI se non sai CHI SEI, se non ti VALORIZZI e soprattutto se ti vendi per chi NON SEI.

Uomini e donne comunicano certamente in modo diverso. 
Ma una cosa li accomuna. SONO PERSONE. SIAMO PERSONE.
Abbiamo pensieri, valori, bisogni che intendiamo seguire, proteggere, soddisfare. Nessuno di noi è diverso in questo. La vera differenza è il COME desideriamo COMUNICARLI e come vogliamo o intendiamo SEGUIRLI, PROTEGGERLI E SODDISFARLI.

Quando incontrate Lui o Lei, fateci caso: cosa fate veramente? 
Vi interessate VERAMENTE a chi sia, i suoi bisogni, i suoi valori, i suoi pensieri? 
Sapete veramente fermarvi a comprenderli e verificare se coincidono DAVVERO con i vostri? 
O siete rapiti dal pensiero romantico del "NOI" (per le signore) o dal pensiero pratico del "LA VITA è UNA SOLA, VIVIAMOLA COME VIENE" (per i signori) e compiacete fino a rinnegare parte di voi per uno, forse 2, facciamo anche 3 incontri?
Perchè - e tutti ne siamo consapevoli - dopo qualche incontro non si può più fare finta. 
Non si può più sposare la logica del compiacimento. 
Non siamo più al tavolo di uno SPEED DATE. Occorre mettersi in gioco VERAMENTE. 
E qui iniziano i dolori. I signori e le signore mettono in gioco in modo diverso quei bisogni e quei pensieri importanti sotto forma di ASPETTATIVE.
Volete che vi anticipi cosa accade? 
Beh, questo dipende molto da chi avete di fronte. Simile a voi, dissimile, molto diverso. 

A questo punto mi chiedo: vale la pena veramente affidare la propria scelta di partner al caso? 
E se il TOM TOM non avesse la voce di qualcun altro, ma fosse la nostra?
E se oltre al TOM TOM apprendessimo a conoscere meglio e a leggere la realtà, a fermarci per chiedere e ascoltare informazioni di servizio per comprendere in quale direzione stiamo andando per raggiungere il nostro posto?
E se oltre a tutto questo ci rendessimo SOPRATTUTTO CONTO che il punto è che siamo NOI A GUIDARE la nostra VITA e che forse, dico, forse...sarebbe il caso sapere che tipo di patente abbiamo e chi siamo noi veramente?
Perchè possiamo anche pensare di ottenere una conquista. 
Ma nel lungo periodo, nel mantenere un rapporto gli schemi saltano, le mappe si aggiornano, Google si impalla, e le persone, si le persone CAMBIANO.
E cambiamo anche noi. 
Forse, mi chiedo, non sarà più utile imparare a capire come guidare noi stessi a COMPRENDERE chi siamo?
Perchè se state pensando di sapere già chi siete, che non si cambia, che restiamo sempre gli stessi..ho solo una domanda da farvi? 
E' vero?

Nel mio prossimo post, qualche idea in più per riflettere su come possiamo iniziare e mantenere una relazione, partendo da noi.

Daniela
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martedì 8 gennaio 2013

OBIETTIVO SOPRAVVIVENZA! MA SOPRATTUTTO OBIETTIVI!. di Daniela Marrocco Coach (BARI)

OBIETTIVO SOPRAVVIVENZA!
MA SOPRATTUTTO OBIETTIVI.

Diciamolo pure.
In tempo di crisi diventiamo sordi. Sordi ad un paio di cose almeno.
Due parole. Fiducia! Opportunità!
Due semplici parole che decretano spesso il nostro umore, la nostra attitudine a fare, investire, credere.
Che siate persone o sistemi o famiglie o aziende, questo post parla di voi. Di noi. Di te.

Perchè, in tempo di crisi, la vera CRISI è NON SAPERE COSA CI ASPETTA e non avere prospettiva.

Ma diciamolo. Quando è che l'abbiamo veramente? Siamo così certi di avere CERTEZZE quando tutto scorre normalmente e non siamo in crisi?
Il fatto è che, come nelle relazioni, la crisi nasce piano.
Come quelle carie silenti negli interstizi dei molari, che attraversano piano lo smalto e lo mettono a dura prova. Fino a farsi sentire quando occorre solo una "riparazione", quando è possibile una riparazione.

Lungi da me trattenervi ora con un trattato di ortodonzia o di una meno interessante lezione sull'igiene dentale.

E' un altro l'INVITO che voglio farvi. 
L'IGIENE SENSORIALE E ATTITUDINALE.

Sapete, non c'è niente che ci faccia più paura che avere paura.
Ma spesso non ci rendiamo conto di quanto in effetti qualcosa possiamo ancora fare.
La paura fa parte di noi, atavicamente.
E' un'amica che conosciamo da bambini, e le nostre cellule anche prima.
Quando il mondo intorno si impegna nella campagna della sensisbilizzazione alla PAURA, ecco che rimaniamo a fare ciò che sappiamo fare: niente, scappare, contrattaccare.
E se ci fosse ancora una possibilità? Se ci fosse nel nostro cervello il modo per ricreare un ambiente in cui far rinascere e dare posto alle due parole: fiducia e opportunità?
E se non fossero solo parole, ma persino atteggiamento, in grado di farci venire mente una IDEA.
Quella sacrosanta IDEA che ci permette di raggiungere un nuovo OBIETTIVO.

Perchè di questo si tratta. Di sapere cosa vogliamo e dove e come lo vogliamo.
Quando il mondo si impegna per farci "paura", ci dimentichiamo una cosa importante: se sentiamo la paura siamo vivi. E se siamo vivi siamo ancora in grado di fare qualcosa. E se siamo vivi, e siamo ancora in grado di fare qualcosa, sappiamo anche come fare a trovare quel qualcosa.

Va bene, avete ragione, il sillogismo è semplicistico e non tutto è così semplice. 
E se invece fosse semplice?
Badate, SEMPLICE non vuol dire SENZA LAVORO. Perchè è questo il punto. 
E' necessario fare un LAVORO su di voi, noi.
Volete sperimentarlo subito?

PENSATE AD UN MOMENTO IN CUI ERAVATE FELICI, FELICI DAVVERO. 
Pensateci guardando soltanto e sentendo quel momento. Lasciate da parte le malinconie ora.
Concentrate la vostra attenzione su ciò che facevate in quel momento. VOI. 
BENE. So che siete in grado di farlo.
E magari vi siete già resi conto che qualcosa dentro è camabiato.
Magari, è cambiato anche il modo in cui siete seduti mentre leggete.

Ecco. Ora seguite questi passi semplici:
1) scrivete su un foglio la sensazione che avete sentito quando ricordavate un momento felice di voi;
2) pensate a qualcosa che volete e fate in modo di "aggiustare" l'immagine di ciò che volete in modo che la sensazione che ricevete dentro sia simile a quella provata nel ricordo sperimentato precedentemente. Aggiustate l'immagine come vi piace: colori, suoni, persone, luoghi. Come vi piace.
3) Osservate attentamente e valutate, scrivendo su un foglio: quanto di voi c'è in quell'immagine? Cosa potete fare voi per raggiungere quell'obiettivo? Cosa avete a disposizione e cosa vi servirebbe? - scrivete ogni cosa.
4) Immaginate di poterlo avere in quel momento e verificate che la sensazione non sia molto diversa da quella del bel ricordo di felicità.

Bene. A questo punto vi renderete conto di due cose.
Fiducia: comincia a circolare quando interrompete l'attenzione su ciò che non va e vi concentrate sulla REALTA'di ciò che avete a disposizione. Prima di tutto VOI STESSI.
Opportunità: la possibilità che vi siete dati di pensare che VOLETE ANCORA QUALCOSA, che DESIDERATE ANCORA DEGLI OBIETTIVI. Non importa quanto grandi essi siano.
Sapere di DESIDERARE e cominciare a pensare come avere ciò che desideriamo è il PRIMO PASSO per aprire la porta dell'opportunità.

Per il resto, potrete sperimentare la sopresa della vita, o il prossimo post.
O la prossima opportunità.
Non si sa mai cosa ci si aspetta, quando si aspetta.
Di certo non è mai come lo immaginiamo. Qualche volta, molto meglio.

Daniela.

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