martedì 7 maggio 2013

SINDROME DI ALADINO E ALTRI AFFARI in una RELAZIONE A DUE. Parte 1 per LEI (D.Marrocco Coach Bari)



Si chiama proprio cosi. Sindrome di ALADINO. Diffusa, richiesta, reale.

Quanti di voi ricordano quella commedia dal titolo “What Women Want” che aveva a protagonista Mel Gibson, fulminato – non si fa per dire – dalla capacità di sentire ciò che le DONNE (anzi le FEMMINE senza distinzione di razza animale) veramente vogliono, pensano, desiderano.
Un mondo di emozioni, continui ragionamenti, infinite preoccupazioni, che si snodano davanti al cinico tombeur des femmes, che del mondo femminile finisce per diventare portatore di voce.

BENE! Tutto bellissimo. Peccato che sia solo un film.
Perché nella realtà questa  sindrome che accarezza la mente e il cuore di moltissime donne che vogliono farsi rapire da un amore, essere amate, comprese e ascoltate è il desiderio più frustrato.
Tanto frustrato da trasformarsi in pretesa.
Il Partner è spesso idealizzato come colui che DEVE  diventare il genio della lampada, capace di realizzare tutti i desideri. E questo senza che LEI debba neanche esprimerli. Se no, che amore sarebbe?

Come se questo GENIO dei giorni NOSTRI, attraverso letture della mente, profili social e riferimenti fin troppo impliciti dovesse in qualche modo interpretare CORRETTAMENTE i desideri e darsi ben da fare per realizzarli.
CHIEDERE non farebbe parte del gioco di ruolo, stravolgendo persino la mitica leggenda di Aladino, che i suoi 3 desideri al suo Genio deve pronunciarli e anche ben distinti.
Di contro, c’è da dire che di questa pretesa -  non troppo fiabesca -  i partner di sesso maschile diventano consapevoli solo quando NON hanno realizzato i presunti sogni delle proprie compagne, ritrovandosi ad essere accusati per disattenzione, poca sensibilità e a vivere –  non in tutti i  casi-  frustrazioni evidenti per non essere riusciti a rendere felice l’altra metà.
E qui iniziano i dolori. O forse anche le opportunità.
SI perché, uomo e donna si attraggono, si cercano, si vogliono, e finiscono anche per TROVARSI. Si illuminano di immenso (in alcune alchimie davvero poetiche) in tutto il tempo dell’iniziale scoprirsi, conoscersi, odorarsi. Fino poi ad accorgersi che: SIAMO COMPLETAMENTE DIVERSI.
Diversi nella mente, diversi nell’approccio, diversi nell’intendere, diversi nel SENTIRE, DIVERSI NEL LINGUAGGIO.
Nella prima fase di una rapporto capita spesso di INTENDERSI AL VOLO, OCCHI NEGLI OCCHI.
Ma nel prosieguo di una relazione la situazione è destinata a cambiare.

Uomini e donne cominciano a tornare in sé, a ritrovare il centro del proprio essere e a chiedere all’altro di avvicinarsi nel proprio mondo. Un mondo che rimane nuovo, che si differenzia dalla BOLLA DI INNAMORAMENTO ed ENTUSIASMO iniziale per riscoprire limiti, confini, sensi e significati talvolta sconosciuti.
Non è inusuale ritrovarsi ad interagire con un partner diverso da quello che ci si aspettava.
In questa prima parte, la mia attenzione è rivolta alla parte FEMMINILE DELLA COPPIA.
Affinché una coppia possa funzionare ricordate che:
a) Lui è diverso da voi, soprattutto nel cervello. Le donne hanno continue connessioni neurali. Gli uomini spesso optano ragionare per compartimenti stagni. Non pretendete che vi segua da un argomento all’altro;
b) Lui trova soluzioni quando gli esponete un problema. Perciò, siate chiare sull’intenzione che avete rispetto al dialogo. Se volete ascolto, ditelo. Altrimenti, vi troverete a sfogarvi di fronte a qualcuno che sta cercando di proporvi soluzioni che a voi non interessano, e finirete per sentirvi entrambi frustrati;
c) Fategli chiaramente comprendere COSA VOLETE VERAMENTE. Non possiede la sfera di cristallo e la sua idea è che se c’è bisogno di qualcosa, lo direte. Perché questo è il suo linguaggio.
d) Non pretendete di parlare solo la vostra lingua. Conoscete anche la sua. Nel gioco delle parti e nella sindrome di Aladino, spesso dimentichiamo che un uomo è una PERSONA con necessità, preoccupazioni, pensieri. Sarà il caso di ricordare che non è lì ad aspettare noi e i nostri bisogni. Ne ha anche lui. Perciò, ascoltate il suo silenzio. E’ istruttivo.
e) Evitate di pensare di conoscere un uomo intimamente solo perché il sesso è intimo. Intimo e intimità sono due concetti distinti. Lui utilizza il sesso come metro di valutazione e conoscenza iniziale. Lei utilizza il sesso come meta di arrivo, condivisione, comprensione, accoglienza. E’ nella fisiologia, nella natura. Se davvero pensate di essere in intimità con il vostro LUI, provate a stare in silenzio con lui per 5 minuti di orologio in pieno relax, senza parlare. Lì potrete conquistarlo davvero.
f) RIDETE e tenetevelo stretto. Le donne spesso usano le emozioni più catartiche per esprimersi. Dolore, sofferenza, profondità sono parte dell’essere donna, fisiognomicamente e metaforicamente. Gli uomini accedono al mondo attraverso la superficie. Perciò amano emozionarsi con il sorriso, la leggerezza. Non è necessario essere tutti dei sub. Va bene anche andar a fior di acqua.
g) FEMMINE, non solo madri. Ricordate una cosa importante. Un uomo viene conquistato da una FEMMINA e non da una madre. Riconoscete la vostra individualità, la femminilità e l’autonomia. Essere geishe e madri dei vostri Lui non vi aprirà le porte del “e vissero per sempre felici e contenti”. E’ importante il confronto, piuttosto che l’adesione. Neanche lui cerca un Genio della Lampada. Solo qualcuno che possa – davvero – farlo SENTIRE UN GENIO DELLA LAMPADA, onorarlo e più di tutto farlo sentire IMPORTANTE.

E al termine di tutto questo, ricordate di mantenere alto il vostro livello di autostima e la spiccata capacità di comprendere che l’unico Genio in grado di realizzare veramente i vostri desideri più intimi, siete solo VOI. Il vostro LUI sarà la ciliegina sulla torta che renderà ancor più speciale ogni singolo momento.