martedì 11 ottobre 2011

Comunicazione e altri mezzi: un messaggio nella bottiglia per salvarci dai pirati delle relazioni?

Romantica evocazione. Un messaggio nella bottiglia.
Gli amanti della musica anni '80 avranno riscoperto il ritornello di una nota canzone dei Police: "message in a bottle".
Quella canzone, appunto, parlava di un SOS lanciato in un messaggio a sua volta affidato ad una bottiglia.
Ebbene si. Un SOS affidato al più antico dei mezzi: un messaggio in una bottiglia. 
Onda su onda, chissà quanti saranno arrivati a destinazione e quanti no.
Questa volta però, in assenza di Radio, Internet e connessioni cellulari nell'Oceano Indiano i PIRATI - e sì anche qui una divagazione della cronaca scivolata nel cinema - sono stati praticamente sconfitti dall'Ammiraglia italo-inglese grazie a un messaggio nella bottiglia affidato al mare da uno dei marinai sulla nave predata.
FINALMENTE LIBERI.
Mi chiedo spesso nel mio lavoro se i nuovi mezzi di comunicazione abbiano agevolato da un lato la nostra capacità di CONTATTO, di entrare l'uno nel mondo dell'altro: virtualizzazioni della comunicazione. 
Ma quanto possono essere considerate COMUNICAZIONI VIRTUOSE?
Il web  - come tutti i mezzi -  MEDIA la comunicazione, diventano parziale.
Comunicare è un'affare decisamente personale.
Dove per PERSONALE intendiamo COMUNICAZIONE TRA LE PERSONE, ovvero quel mondo infinito di esperienze, cultura, educazione, convinzioni, valori. 
Semplicemente vita.
Questo mi appassiona della Comunicazione tra le persone.
Le parole diventano il mezzo di trasporto di emozioni, pensieri, consci ed inconsci, che passano e vibrano nel suono, nel tono di voce. Messaggi autentici affidati ad una bottiglia e al suo percorso ondulato tra le correnti del mare.
Così accade spessissimo che il nostro messaggio, la nostra VERA INTENZIONE, si lasci irretire dalla balia, dalla seduzione del nostro personale vissuto, arrivando accidentalmente in luoghi diversi da quelli immaginati. A raggiungere la sospirata destinazione, di fatto, arriva un messaggio distorto o diverso, per lo più.
Quasi che la "bottiglia" all'uopo utilizza per proteggerne il CONTENUTO, non avesse potuto nulla contro la forza del movimento marino.
Così, capita di riaffidare ad altre parole - in caso di malintesi, fraintendimenti, conflitti - il compito di chiarire le intenzioni, di affrancarci dagli equivoci, di ristabilire l'ordine e ripulire dal sale e dall'umidità del vissuto ciò che ha infradiciato l'asciuttezza delle parole.

Comunicare è forse la capacità che più di ogni altra è in grado di rappresentare l'evoluzione di un mondo, di una società, di un microcosmo, di un essere umano.
Il nostro modo di comunicare oggi -  così veloce, apparentemente immediato, fatto di codici abbreviativi e di immagini al contorno  - ci rende forse più complesso il nostro modo di COMUNICARE PER RELAZIONARCI.
Perchè una cosa è entrare in CONTATTO con il nostro interlocutore: tutt'altro far si che possa COMPRENDERE ciò che vogliamo COMUNICARE, con le nostre parole, il nostro suono, la nostra emozione, la nostra storia.

Una bottiglia è ancora oggi efficace per COMUNICARE una strategia di salvataggio alla marina inglese. 
E se un messaggio nella bottiglia riuscisse a salvare le nostre relazioni da piratesche incursioni e naufragi? Se a Facebook, Twitter e gli sms affidassimo i nostri messaggi alla relazione personale e all'incontro?
Forse sarebbe molto meno rapido il passaggio di informazioni, certo. 
Ma COMUNICARE è CONOSCERE l'altro. 
E questo è il segreto di un'ottima relazione con se stessi e gli altri.

 

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