giovedì 13 ottobre 2011

EQUILIBRIO EMOZIONALE E LA FORZA DEL PER-DONO (Bari)

Perdono. Una memoria lontana e di richiamo religioso quando penso a questa parola: perdono.
Nella concezione religiosa è la divina qualità di colui che per amore sa andare oltre il peccato, oltre la colpa di coloro che si pentono.
Tuttavia, nel mio lavoro, questa idea (pur rispettabile) del perdono mal si concilia con la necessaria assenza di giudizi di valore, identificazione della colpa e senso del peccato.
Il lavoro di un counselor parte dal presupposto che “Dio non fa errori” e pertanto gli esseri umani abbiano una intrinseca perfezione dell’Anima.
Vero è che in questa terrena dimensione gli “sbagli”e gli “errori” che commettiamo in quanto esseri umani sono all’ordine del giorno. Per lo più si tratta di comportamenti attuati che portano risultati diversi da quelli che ci aspetteremmo.
Comportamenti che inevitabilmente finiscono per invadere la sfera affettiva delle persone intorno a noi e che in noi nutrono determinate aspettative.
Ci sono diversi modi per assumersi la responsabilità delle azioni e andare oltre la situazione di stallo o conflitto. Il primo passo, tuttavia, consiste nell’assunzione di responsabilità e dalla presa di coscienza di queste due semplici parole:
- mi dispiace.
Della differenza tra “mi dispiace” e “ti chiedo scusa” avrò modo di scrivere in seguito.
Qui voglio soffermarmi sulla altrui capacità di recepire questo messaggio e andare oltre.
Il “Mi dispiace” da solo, non basta. Occorre fare qualcosa.Qualcosa che rappresenti la presa d’atto.
Ma che succede dopo che abbiamo fatto tutto ciò che dovevamo fare e la persona che si è sentita ferita non riesce ad andare oltre, a perdonarci?
E’ possibile perdonare e ristabilire un nuovo stato della relazione?
E cosa vuol dire davvero PER-DONO?

Vorrei iniziare proprio da ciò che il PER-DONO NON E’..
Perdonare non è dimenticare o fare finta che nulla di ciò che ci ha feriti non sia accaduto.
Possiamo lasciare andare le memorie solo quando abbiamo imparato la lezione e il dolore si è dissolto.
Perdonare non vuol dire scusare. Possiamo scusare una persona che non ha colpa. Perdoniamo perché un errore è stato commesso.
Perdonare non è dare il permesso a qualcuno di perseverare in comportamenti che ci danneggiano. Non si tratta di condonare quel comportamento, sia esso passato che nella prospettiva del futuro.
Perdonare non vuol dire necessariamente riconciliarsi. E’ imporatante prendere una decisione in merito alla riconciliazione con la persona che stiamo scegliendo di perdonare o mantenere le distanze.

Il PER-DONO è una parola, anzi due (cfr).
Si tratta di un vero e proprio dono. Perdonare significa lasciare andare il bisogno di vendetta e insieme liberarsi di tutti i pensieri negativi legati all’amarezza e al risentimento.
Se si è genitori, questo può diventare un ottimo modello per i bambini, insegnando loro come perdonare.
Se osservano il processo di riconciliazione con amici o familiari che hanno commesso errori con noi, forse impareranno a non serbare rancore o risentimento tutte le volte in cui capiterà di deluderli. Se invece non si è genitori, il perdono diventa una di quelle abilità importanti da possedere.
Nel film “Avalon” lo zio decide di smettere di parlare con i membri della sua famiglia per il resto della sua vita perché questi avevano dato inizio alla cena del Giorno del Ringraziamento senza attenderlo per un ritardo eccessivo. Che gran spreco di energia rimanere arrabbiati per decenni!
Il perdono può diventare il dono da fare a noi stessi.
Qui di seguito ecco alcuni semplici passi per perdonare:
- riconoscere il nostro dolore interiore;
- proteggere noi stessi da ulteriori vittimizzazioni;
- Comprendere il punto di vista e le motivazioni della persona da perdonare. Sostituire la rabbia con la comprensione;
- Perdonare noi stessi per aver agito quel ruolo nella relazione;
- Decidere se continuare o meno a restare in quella relazione, modificandone la natura e il clima.
Agite il perdono verbalmente e nella scrittura. Se la persona che desiderate perdonare è morta o non raggiungibile, potete sempre scrivere i vostri sentimenti in forma di lettera.
Il per-dono e il lasciare andare possono rappresentare una grande sfida, ma è molto più faticoso trattenere il rancore. Ci sono diversi rituali per “lasciar andare” che possono aiutare in questo processo. Nel caso in cui troviate difficoltà nel perdonare qualcuno, scrivetegli una lettera esprimendo i vostri disagi e spiegando perché avete bisogno di lasciare andare. Non avete bisogno di inoltrare la lettera: è già catartico mettere tutto per iscritto.
Potete inoltre darvi il permesso di scrivere tutti gli eccessi e i carichi in un foglio di carte e bruciarlo, o semplicemente destinarlo in mare, magari in una bottiglia, nel momento in cui sentirete di essere davvero pronti a lasciare andare.
O ancora, seppellire tutto sotto la terra e piantare il seme di una pianta, affinché il tutto si trasformi in concime per una cosa nuova che possa rinascere.

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